Nokia punta a raggiungere il 40 per cento del mercato
e a mantenere questa percentuale per lungo tempo. Sebbene questa cifra non sia
stata ancora raggiunta, la dirigenza Nokia è certa che questo avverrà presto.
Il direttore esecutivo, Jorma Ollila, ha confermato l’obiettivo del 40 per cento,
ma ha anche aggiunto che difficilmente si potrà fare di più senza una penetrazione
maggiore nei mercati del Corea e del Giappone, che nei prossimi mesi dovrebbero
superare l’Europa come numero di terminali venduti.
Nokia ha raggiunto il 37 per cento nel primo trimestre
del 2001, un ottimo risultato se paragonato al 32 per cento dell’anno precedente
e se si considera il rallentamento dell’economia e della crisi del settore.
Ollila ha affermato che Nokia intende mantenere tale leadership per i prossimi
4 o 5 anni, in modo da garantire un certo livello dei margini di guadagno, che
tutt’ora superano il 20 per cento del fatturato.
Una gamma completa di prodotti, l’abilità di presentare
agli utenti ciò che desiderano, ottime economie di scala, aiutano Nokia a mantenere
alti i guadagni, soprattutto in un momento come quello attuale, dove molte società
concorrenti sono in grandi difficoltà. I giovani sono trattati da Nokia con
un occhio di riguardo: ben i due terzi dei telefoni cellulari venduti dall’azienda
finlandese sono di fascia bassa e quindi per lo più comprati proprio dai consumatori
più giovani. Il mercato dei teen ager è fondamentale per Nokia, che sta
focalizzando ulteriormente i propri investimenti in questo settore.
Basilare in questo mercato è il fenomeno del ricambio
dei terminali. Secondo una ricerca interna ben il 50 per cento dei possessori
di cellulari Nokia tra i 14 ed i 24 anni cambia cellulare ogni 12 mesi. Riuscire
ad inserirsi stabilmente in questo mercato è fondamentale per il futuro della
società finlandese. Secondo Ollila nel 2001 la percentuale dei cellulari sostituiti
salirà notevolmente, anche a causa dell’avvento dei nuovi sistemi di comunicazione.
Nokia si prepara ad attaccare anche questo nuovo mercato e ad affrontare la
sfida dei costruttori asiatici.