Invadere il mercato è importante, più di tutto, però, rimane l’esigenza di fatturare. E la presenza, in questo senso, conta parecchio.
Alcuni giorni fa, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il Vice Presidente di Samsung Italia, l'ingegner Pietro Paolo Rimonti, al quale abbiamo domandato quale fosse lo scopo e da quale prerogativa nascesse la volontà di Samsung di presentarsi sul mercato con modelli molto simili, commercializzati a poca distanza gli uni dagli altri. Ci è stato risposto che il consumatore va educato, e preso per mano al fine di soddisfare quel target tanto caro all'ultimo biennio, la convergenza; un obiettivo ormai raggiunto, non solo in chiave prettamente tecnologica, ma anche in termini abitudini dell'utente finale.
In questo senso, però, ci è stata garantita una inversione di tendenza nei prossimi mesi: da invasione smodata a esperienza personale e collettiva, alla quale rimandare e collegare ogni nuovo modello. "Creare l'esperienza" pare essere il nuovo messaggio, di chiara matrice californiana, vestita con un maglioncino a "dolce vita". In realtà, tutti guardano al numero uno, sperando di scalfirne la leadership, anche perché il mercato non è così in orbita come qualche tempo fa. E per arrivare a Nokia, ogni arma lecita sembra la benvenuta: l'adozione del Symbian, sistema operativo che incontra i gusti anche di chi non cresce a pane e tecnologia, o solo il semplice spostamento di parti hardware (il pulsante per accendere e spegnere il nostro cellulare, per esempio). E il produttore finnico, dall'alto del primato, come si comporta?
Confronto
Prova ad accettare nuove sfide: da un po' di tempo ha provato a cimentarsi nel magico mondo del bivalve, ha già commercializzato linee glamour, come "L'amour collection", e in generale sta cercando di carpire i segreti (pochi) che restano a esclusivo appannaggio delle altre case. Con un piccolo errore, commesso a nostro giudizio nell'ultimo periodo.
Quando pensavamo che l'epoca della pecora Dolly fosse passata una volta per tutte, abbiamo invece scoperto che la clonazione continua, e, fatto ancora più sconcertante, che non si copia solo dagli altri, ma che ci si rifà ad alcuni modelli appartenenti alla stessa famiglia.
Nokia N76 – 6290
La classe operaia, per Nokia, è sempre stata rappresentata dalla serie 6xxx, a partire dal "Camaleonte" per arrivare fino ai giorni nostri. E l'ultimo periodo vede la commercializzazione del 6290, brutto da vedere perché massiccio, ma emozionante da scoprire perché in lui sono addensati gli ultimi ritrovati della tecnica mobile. Ma è proprio vero?
In realtà parzialmente: se fossero le ultime innovazioni, il 6290 non costerebbe 299 euro, tanto per cominciare; inoltre, alcune scelte di design lasciano perplessi, così come quella che vuole l'alloggiamento nella parte frontale di una fotocamera limitata ai 2.0 megapixel che ormai si ritrovano ovunque. Il prezzo è però giusto: 6290 ha quickoffice, Acrobat Reader, è Symbian, UMTS, bluetooth, ha, come detto, la fotocamera, il riproduttore di file digitali, l'espansione di memoria, una manciata di accessori. Per 300 euro ci basta e avanza.
Nokia 6290
L'ultimo nato del produttore finlandese, invece, l' N76, costa di listino Italia 209 euro in più, ci promette la Luna ma in realtà ci troviamo di fronte allo stesso, simpatico, Capricorn One del 6290; a una analisi attenta, cari lettori, cambia solo l'involucro:
Nokia N76
come l'alter ego operaio e di sinistra, anche il modaiolo e verosimilmente destrorso n76 è bivalve, meno spesso del compagno, un bel terminale da portare in giro di sera, da regalare alla fidanzata, ma presentato come business.
Il sito di Nokia lo pubblicizza come "Il computer che incontra il design", e la definizione potrebbe anche passare, se non fosse che il computer di cui si parla non è propriamente evoluto.
Nokia 6290
Nokia N76
Il software è lo stesso del 6290, il consumatore ha le stesse chance di espansione e le stesse possibilità di utilizzo, cambia esclusivamente il design.
Confronto
Si possono chiedere 509 euro per il design? La storia ci insegna di sì, ma qui i contesti sono leggermente diversi: Nokia, nel corso della propria egemonia del settore, ha sempre presentato con chiarezza i modelli, rispettando senza grossi tradimenti i vari target a cui erano destinati.
Con n76, invece, questo messaggio si perde, primo perché sono stati presi Motorola v3, Nec e959, Samsung z560 e ne è stata tratta la versione finlandese, secondo perché è ben riconoscibile e individuabile il messaggio business.
Nokia N76
Anche l'occhio vuole la sua parte, ma è proprio l'occhio in posizione centrale nel riconoscimento dei misfatti, pur essendo un organo periferico. Da Nokia non ce lo saremmo aspettati, lo dobbiamo dire; speriamo solo di non dover sopportare, d'ora in poi, un modello nuovo ogni quindici giorni.
L'n76 è un bel modello, ricorda, come detto, altri eclatanti successi del passato, con un tocco di tecnologia presente; ma alla lunga, appare un modello fragile; e allora ben venga il fratello "peone", il Nokia 6290.
Confronto