Nokia: alcuni cenni di strategia

Come aumentare le vendite? Bastano i modelli commercializzati, o è necessario costruire una serie di servizi pensati per l'utente? Una riflessione.

Abbiamo parlato dell’autunno caldo di Nokia. Vediamo come si può arrivare a una quota di mercato superiore al 40%. Gli inglesi direbbero “market share”, ma a noi piace tenere, ove possibile, l’italianità del vocabolario. Avvicinarsi a una quota di mercato del 40% è un’utopia per la quasi totalità dei produttori mondiali.

Anzi, a leggere bene la definizione di utopia ci si rende conto che si tratta di qualcosa che prima o poi si avvererà, e non è il nostro caso. Sogno irrealizzabile, quindi, è probabilmente la formula migliore per spiegare la situazione dei produttori diversi da Nokia. Anche se in molti puntano su quello che oggi non sembra possibile, come agganciare il produttore finlandese entro la fine del 2009 (bussate in Corea per capire di chi stiamo parlando).

Senza divagare oltre, stavamo pensando alla strategia di Nokia per arrivare, magari, a un 50% che infliggerebbe un colpo durissimo alle velleità dei competitor. 50%, infatti, significa che uno dei due cellulari venduti sull’intero globo sarebbe dell’azienda di Espoo. Come si può fare? Semplice: inondando il mercato di prodotti, prima di tutto. Attenzione, però: anche le inondazioni sottostanno a dinamiche fisiche ben precise, un po’ come succede per le esplosioni, che lanciano nell’aria elementi secondo uno schema calcolabile.

Il calcolo, quello sì, è al centro del pensiero di Nokia; l’indagine sulla clientela, il veicolo principe per aumentare le vendite. Martedì scorso abbiamo preso parte alla presentazione di N79 e N85, due nuovi modelli della serie N che faranno la loro comparsa nei negozi italiani entro la fine di ottobre. N79 e N85 sono probabilmente i primi fulgidi esempi della via che Nokia intende seguire in futuro.

La commercializzazione di questi due prodotti, infatti, nasce dall’interazione con la clientela, da un’indagine di mercato mirata. Non è certamente una procedura nuova, quella di sentire gli acquirenti, ma Nokia lo fa in maniera meticolosa mettendo a nudo le diverse esigenze, quasi a livello personale, di ogni singolo intervistato.

Da qui ci si muove per coprire le nicchie, per dare a ogni cliente il prodotto più adatto, con una scelta che solo i detrattori e i meno attenti catalogherebbero come “inondazione di modelli fotocopia”. Invece no, è un pensiero che prende origine dall’attore finale del processo produttivo: l’acquirente. Ovviamente, ricerche di mercato e 64.000 utenti intervistati non sono sufficienti, ma Nokia ha saputo tradurre la teoria in pratica, almeno a vedere gli ultimi prodotti commercializzati.

Accanto a questi, poi, si aggiungono anche i servizi, sempre più un’estensione dell’operato dei produttori telefonici. Nel caso di Nokia, Ovi e LifeviNe rappresentano due modi per creare e sviluppare quella community che è stata la protagonista della partecipazione finlandese allo scorso Mobile World Congress di Barcellona. Una community che troverà sicuramente nuovi adepti, quando sarà commercializzato il primo modello touchscreen by Nokia.

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