Gli abbonati di Netflix potrebbero presto trovarsi a pagare di più per i loro servizi di streaming preferiti, stando a quanto riportato di recente dal Wall Street Journal. L’aumento dei costi che si profila all’orizzonte sarebbe dovuto allo sciopero degli attori, evento che ha catalizzato l’attenzione del settore.
Attualmente, il costo del servizio privo di pubblicità negli Stati Uniti è di $15.49 al mese, o $23.48 nel caso gli utenti decidano di condividere l’accesso con un altro membro. Queste cifre sono già notevolmente superiori rispetto agli $8 mensili del 2019. In Italia invece i prezzi vanno dai 5,49€ per il piano con pubblicità, passando a 12,99€ per il piano standard, fino ai 17,99€ per l’abbonamento Premium.
Questo cambiamento, di cui non vi è ancora certezza ma che sembra molto probabile, segue una tendenza generale tra le piattaforme di streaming. Sebbene Netflix abbia avuto un ruolo importante nelle negoziazioni con SAG-AFTRA, il sindacato degli attori, e con la Writers Guild of America, che ha di recente concordato un accordo con gli studi cinematografici, il periodo scelto per l’incremento dei prezzi potrebbe suscitare disappunto tra i consumatori.
In precedenza, quest’anno, Netflix ha abbandonato la sua opzione Basic senza pubblicità da $10 e, mesi prima, ha iniziato a lottare contro la condivisione delle password. La piattaforma sta cercando di aumentare i propri ricavi e abbonamenti, che hanno cominciato a diminuire al termine del periodo pandemico.
Tuttavia, la mossa sembra aver sortito effetto. Dopo l’inizio della politica di non condivisione delle password il 23 maggio, quasi 100.000 persone hanno sottoscritto abbonamenti il 26 e il 27 dello stesso mese, secondo i dati forniti da Antenna, un analista terzo.
Non si prevede che i prezzi degli abbonamenti con pubblicità siano modificati dopo la conclusione dello sciopero degli attori.