Nessuna Black List in comune per i cellulari rubati

Il furto del proprio cellulare è
una esperienza alquanto traumatica. Non solo si perde il proprio terminale,
con conseguente danno economico, ma anche tutti i numeri in rubrica ed il fastidio
di doversi fare ridare la SIM dal gestore. Eppure, il sistema GSM è nato con
un’applicazione che avrebbe permesso di scongiurare tutto ciò. Tramite il numero
IMEI, infatti, presente in ogni cellulare GSM, si può facilmente risalire al
reale proprietario del telefonino, visto che gli IMEI dei telefoni rubati dovrebbero
essere messi in un’apposita lista paneuropea, detta Black List.

Il condizionale è d’obbligo, visto
che, sebbene la creazione della lista sia stata già decisa da due anni e addirittura
era già stata indicata la sede materiale dell’ufficio preposto, a Dublino, nulla
si è concretamente realizzato per porre un freno ai continui furti. Solo lodevoli
iniziative isolate, come quella di Omnitel Vodafone in Italia, che da qualche
tempo ha attivato una propria Black List, nella quale si può indicare il proprio
cellulare smarrito o rubato. Proprio grazie a questa lista, alcuni giorni fa
è stato individuato un signore che stava utilizzando un cellulare rubato con
la propria SIM Card. Il protagonista si è detto inconsapevole del fatto, ma
adesso dovrà giustificarsi davanti alle autorità penali.

Si tratta, purtroppo, di un caso
realmente raro, visto che solo Omnitel ha una Black List e, soprattutto, che
moltissimi utenti non conoscono neanche l’esistenza di una possibilità del genere.
Spesso, una volta subito il furto del proprio cellulare, non si fa null’altro
che maledire la malasorte e comprarne un altro. Si deve, invece, compilare un
apposito modulo, per ora solo con Omnitel, dove si indicano i riferimenti al
proprio telefonino. Anche per questo motivo è consigliabile segnare sempre il
proprio IMEI su di un foglietto da portare sempre con se, in modo da poter intervenire
prontamente in caso di furto.

Gli altri gestori si dichiarano pronti
a realizzare la propria Black List ma, per ora, latitano. Inoltre, non basta
creare quattro Black List indipendenti, ma, bensì, si dovrebbe stilarne una
comune, in modo tale da rintracciare subito il terminale rubato. Il problema
principale all’attuazione di tutto ciò è la riluttanza delle compagnie a fornire
dati riservati sui propri clienti agli operatori concorrenti. Non si riesce
a trovare un accordo in materia ed intanto i ladri non incontrano alcun ostacolo.
Ma, se pure si riuscisse, a prezzo di enormi fatiche, a far trovare un punto
d’intesa tra i gestori italiani, rimarrebbe il problema a livello internazionale,
visto che moltissimi cellulari rubati in Italia finiscono all’estero. Tutti
si augurano che il problema possa essere presto risolto e che i ladri abbiano
così i giorni contati.

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