Motorola razr: i video che ne svelano i segreti

Il Motorola razr è ufficialmente il quarto pieghevole al mondo ad arrivare sul mercato: il team ne svela i segreti in alcuni video pubblicati online.
Motorola razr: i video che ne svelano i segreti

Il Motorola razr è diventato finalmente ufficiale. Dopo una lunga attesa, facendo seguito al Samsung Galaxy Fold e al Huawei Mate X, anche l’azienda statunitense ha ora un suo smartphone pieghevole. A differenza dei due competitor, Motorola ha messo insieme un’innovazione assoluta e un’operazione nostalgia, richiamando con il Motorola Razr il design a conchiglia di uno dei cellulare a conchiglia tra i più diffusi di tanti anni fa, il Motorola Razr V3 del 2004.

Motorola Razr a 360°

In realtà però il Motorola Razr, una volta aperto, diventa uno smartphone a tutto schermo, senza tasti fisici, di cui era invece dotato il vecchio cellulare a conchiglia. Il pieghevole è infatti dotato di un moderno pannello OLED flessibile, frutto delle più moderne tecnologie, che ora il team Motorola ha deciso di svelare in un video in cui vengono raccontati tutti i retroscena.

Glenn Schultz, vice presidente per l’innovazione e lo sviluppo del prodotto di Motorola, ha raccontato come il team abbia dovuto reinventare il modo di progettare i dispositivi pieghevoli. L’intero processo è durato 4 anni e la casa madre Lenovo è intervenuta portando il suo diverso punto di vista, sia per il design del pannello che per la cerniera (il meccanismo è ben visibile nel video che segue).

Per arrivare a questa versione di Motorola Razr, il team di ricerca e sviluppo è passato per ben 26 prototipi diversi. Il risultato finale è questo design a conchiglia, avvolto da una scocca realizzata con un mix di 3D Corning Gorilla Glass e acciaio inossidabile.

Per assicurarsi che l’intera apertura e chiusura non costituiscano un problema per l’utente finale, ovvero per evitare i problemi che hanno afflitto il lancio del Galaxy Fold, Motorola ha sottoposto il device ad uno stress test utilizzando una macchina costruita appositamente per testare automaticamente il movimento più e più volte e ha atteso che l’intero progetto fosse terminato prima di inviare le prime unità di revisione ad alcuni media con sede negli Stati Uniti.

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