Motorola razr è in vendita in Italia da ieri, 6 febbraio, per la felicità degli utenti che lo aspettavano da tempo. Il terminale è bellissimo e rappresenta non solo il primo pieghevole del brand di Lenovo, ma anche il remake di un telefono cellulare che ha fatto storia diversi anni fa. Tutto molto bello, ma dopo avervi messo in guardia sulla possibilità che sia complesso da riparare, e sulle sue performance energetiche, dobbiamo anche segnalarvi che la sua resistenza a continue aperture e chiusure – fondamentali per utilizzare il pannello interno del pieghevole – non è delle migliori. I risultati dei test eseguiti dai colleghi di CNET sono stati sembrano deludenti, ma facciamo due conti prima di disperarci.
Motorola razr cede troppo presto?
Dipende dai punti di vista. Sono bastate “appena” 27.000 aperture e chiusure del foldable perché lo stesso iniziasse a mostrare delle incertezze e la cerniera fosse sul punto di cedere. Un risultato deludente, se paragonato a quello di Samsung Galaxy Fold che, sottoposto allo stesso test, ha superato le 120.000 sollecitazioni prima cedere.
Potreste pensare che si tratti di numeri estremamente elevati, ma non è così: il meccanismo di apertura e chiusura è fondamentale per poter utilizzare il pannello interno di Motorola razr, oltre che parte del suo fascino vintage. Tuttavia, è bene considerare che il display esterno del device permette moltissime interazioni senza dover accedere allo schermo interno: come approfondito qualche tempo fa, il software è ottimizzato per permettere un rapido utilizzo dello smartphone senza doverlo aprire.
Alla luce di questo, ipotizziamo che un utente medio possa aver bisogno di almeno 30 aperture e chiusure quotidiane per usare lo smartphone: su un valore di resistenza di circa 27000, il funzionamento dello smartphone sarebbe assicurato per 900 giorni almeno. Più o meno due anni e mezzo prima che la cerniera del pieghevole inizi a mostrare segni di cedimento: tutto sommato un buon risultato. Chi tiene uno smartphone più di due o tre anni, ormai?