Motorola Razr 5G rappresenta la seconda iterazione degli smartphone pieghevoli che il brand di Lenovo lancia ben conscia dell’effetto nostalgia suggerito dal nome “Razr” e dal form factor a conchiglia del device. Il nuovo modello è dotato di connettività 5G, come suggerisce il nome stesso, ma non è l’unica differenza. Intanto che lo proviamo, per comprenderne pregi e difetti, ecco il nostro unboxing ufficiale.
Motorola Razr 5G: l’unboxing
Una confezione di vendita che è tutto un programma. Una sorta di scrigno, nato per proteggere uno smartphone che non solo è molto particolare, ma è anche decisamente costoso (servono circa 1600€ per portarselo a casa). Appena aperta la scatola, in bella vista c’è lui, già aperto: il suo pannello pieghevole è ben protetto da una spessa pellicola.
Dietro il piedistallo dedicato allo smartphone spunta la custodia degli accessori. Qualcosa di molto simile a una custodia per gli occhiali da vista, seppure bella ed elegante. Al suo interno c’è il caricabatterie, la manualistica di base, il cavo USB C a un paio di auricolari USB C. Null’altro, niente cover nella confezione.
Il primo approccio con il device, quello che si ha superato il momento “WOW!”, regala una sensazione predominante: timore di danneggiare qualcosa, soprattutto se è la prima volta che ci si approccia a un dispositivo di questo tipo. Una sensazione negativa che però scompare dopo aver chiuso per la prima volta lo smartphone e – soprattutto – appena partirà il processo di configurazione iniziale. Attenzione: non intendo assolutamente che, dopo aver preso confidenza con lo smartphone, si possa smettere di stare attenti. Si tratta comunque di un dispositivo più delicato degli altri. Tuttavia, per ora l’idea che mi sono fatta è che si possa maneggiare con più tranquillità rispetto a quello che temevo.
Adesso, appena finita la configurazione iniziale, non mi resta che testare Motorola Razr 5G a fondo!