Moto razr: la nostra intervista a Motorola

La nostra intervista a Massimiliano Paciotti, Technical Account and Products di Motorola Italia, per capirne di più sul nuovo Moto razr.
Moto razr: la nostra intervista a Motorola

In occasione del nostro hands-on del nuovo Moto razr abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Massimiliano Paciotti (Technical Account and Products di Motorola Italia) per capirne di più a proposito della genesi e dello spirito di un dispositivo che arriva sul mercato proponendo un concept diverso e fin qui unico di smartphone pieghevole.

Moto razr: intervista a Massimiliano Paciotti di Motorola

Un prodotto che guarda al futuro pur strizzando l’occhio al passato, con l’intento a nostro avviso riuscito di generare un effetto nostalgia in chi ha avuto modo di conoscere il formato clamshell  (a conchiglia) ormai quasi un paio di decenni fa. Moto razr va a posizionarsi nella fascia alta del mercato, con un prezzo di listino fissato in 1.599 euro: i pre-ordini prenderanno il via anche in Italia il 4 dicembre e la consegna delle prime unità è programmata entro l’anno. Questa la nostra intervista.

Moto razr: il pieghevole di Motorola, hands-on

Il nuovo Moto razr nasce ispirandosi a un concept del passato. In che modo Motorola ha intenzione di spiegare quel form factor a chi per ragioni anagrafiche non ha potuto conoscerlo quasi vent’anni fa?

Già il nome è un rimando al dispositivo che nel 2003-2004 è stato un enorme successo anche in Italia con oltre 17 milioni di pezzi venduti. Per i vecchi utenti il nuovo Moto razr rappresenta un tuffo nel passato: l’effetto nostalgia ti riporta al prodotto di quasi vent’anni fa. Per la nuova generazione, coloro che invece non hanno mai avuto il piacere di utilizzare il modello originale, costituisce l’innovazione tecnologica odierna. C’è il display flessibile, nuovo trend del mercato, in un design clamshell, formato che molti non hanno probabilmente mai nemmeno avuto modo di sperimentare: in tanti non hanno mai familiarizzato con il gesto di aprire il telefono per rispondere alla chiamata o chiuderlo per terminarla.

Possiamo dire che aggiunge una sorta di componente fisica all’interazione con lo smartphone moderno?

Esatto, è proprio questo il modo in cui proponiamo il nuovo razr alle nuove generazioni, a chi non ha mai avuto l’opportunità di provare quello vecchio.

Moto razr: il pieghevole di Motorola, hands-on

In questo 2019 in cui tanto si è parlato di foldable, Lenovo e Motorola propongono un dispositivo che è forse quello che si avvicina di più al concetto di “smartphone pieghevole". Sbaglio o non si tratta di uno smartphone che vuole essere anche qualcos’altro, ma che punta su questo tipo di concept per favorire un’ottimizzazione?

Da sempre, quando pieghiamo qualcosa, è per ottimizzare gli spazi. Oggi siamo abituati a utilizzare telefoni con schermi che arrivano a 6,2 o 6,4 pollici, li propone anche Motorola, con tutti i vantaggi e gli svantaggi in termini di portabilità. Il nuovo razr va a offrire quando aperto un display da 6,2 pollici, paragonabile a quello di uno smartphone moderno, mentre quando è chiuso assume le dimensioni in termini di altezza del vecchio razr. Da questo punto di vista abbiamo lavorato al fine di offrire all’utente finale un dispositivo estremamente compatto, funzionale, solido e piacevole da usare.

Nell’era degli smartphone waterproof e ultraresistenti, cosa significa acquistare un modello con schermo pieghevole? Ci vuole qualche particolare accortezza?

Abbiamo lavorato su questo prodotto per quattro anni, passando da una quantità di prototipi, soluzioni hardware e diversi materiali. Con il nuovo razr abbiamo portato sul mercato un dispositivo che può essere utilizzato come un normale smartphone, senza particolari attenzioni, grazie a un meccanismo di chiusura in acciaio inossidabile così da garantire durevolezza. Ovviamente ci sono delle accortezze da considerare per un pannello flessibile: non si devono applicare pellicole sul display né utilizzare sullo schermo oggetti appuntiti come potrebbero essere anelli o simili, potenzialmente in grado di danneggiarlo fisicamente. Per il resto, è un telefono progettato per un normale utilizzo quotidiano.

A proposito della partnership con Google sul fronte software, ci sono ottimizzazioni alle app o al sistema operativo per sfruttare il doppio display esterno e interno?

A livello di user experience l’idea è quella di utilizzare il display esterno, dunque il telefono in modalità chiusa, per il maggior tempo possibile. Molte delle funzionalità sono accessibili fin da subito con il dispositivo chiuso beneficiando della transizione seamless non appena andiamo ad aprire il dispositivo: in quel momento, ciò che sto vedendo sul display esterno lo trovo automaticamente su quello interno più grande. Stiamo lavorando con Google per far sì che anche applicazioni come Maps possano essere gestite allo stesso modo.

Possiamo quindi dire che il vero display principale è quello esterno e più piccolo?

Da un certo punto di vista è così. Per tante funzionalità il display esterno è quello di cui tutti abbiamo bisogno: se riceviamo un messaggio WhatsApp vediamo la notifica, la possiamo consultare e rispondere mediante tastiera vocale, senza dover aprire il dispositivo e risvegliarlo dallo standby consumando batteria. Con questo dispositivo offriamo diversi tipi di esperienze, è poi l’utente finale a trovare il modo ottimale di sfruttarle. Quello che sta facendo Motorola è lavorare in modo che il maggior numero possibile di applicazioni possa risultare compatibile su entrambi gli schermi.

Moto razr: il pieghevole di Motorola, hands-on

Possiamo intendere questo prodotto come la prima testimonianza di un nuovo percorso di Motorola nel mobile, come la volontà di aggredire anche la fascia premium del mercato?

Di certo nel recente passato mancavamo di un prodotto flagship. È stata una scelta voluta, ma con il nuovo razr andiamo a coprire anche questa fascia di prezzo, offrendo una tipologia di user experience fino ad oggi del tutto assente. Questo dispositivo si presenta oggi come l’unico foldable clamshell, proponendo qualcosa che da un lato ricorda il passato e dall’altro spalanca le porte a nuovi utilizzi proiettati verso il futuro.

Si è parlato del nuovo razr come della prima incarnazione del foldable Motorola, quindi immagino ce ne siano in cantiere già altre delle quali al momento non si può parlare.

Prima di realizzare questo form factor ne abbiamo sperimentati molti altri. Fanno tutti parte di un lungo studio che ha preso in considerazione anche soluzioni differenti. Al momento questa è stata ritenuta la più azzeccata e la più richiesta da parte degli utenti secondo le indagini di mercato.

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