Forse è ancora presto per affermare che saranno loro a dominare il mercato mobile, ma di sicuro non è un’ipotesi azzardata quella che molto presto i marchi mobile cinesi saranno forze preponderanti sul mercato. Meizu e Xiaomi sono tra i più noti e visibili brand di questo movimento che viene da est: ed entrambi hanno imbastito in queste ore importanti manovre per completare i propri ambiziosi progetti.
Per quanto riguarda Meizu, c'è da registrare un importante investimento di Alibaba (altro colosso cinese, ma dell'e-commerce) nell'azienda: 590 milioni di dollari, all'incirca 520 milioni di euro, che garantiscono ad Alibaba una fetta delle azioni altrui, e a Meizu carburante per portare avanti i suoi piani di sviluppo. Con 1,5 milioni di terminali venduti al mese , soprattutto in Cina, Meizu è una presenza in crescita nel panorama: Alibaba non vuole quindi lasciarsi scappare l'occasione di stringervi un legame duraturo, che garantisca l'integrazione dei suoi servizi e attività all'interno del software installato sui telefonini.
Meizu M1 Note
Di sicuro è un investimento molto significativo, anche in virtù del fatto che Meizu si è fatta un nome ma ha ancora una fetta di mercato relativamente piccola in Cina: le vendite sono inferiori a quelle di Lenovo, Huawei e la già citata Xiaomi, ma evidentemente Alibaba ha visto nel marchio le potenzialità per emergere e guadagnare terreno. Senza contare che con una capitalizzazione di oltre 200 miliardi di dollari, investirne qualche centinaio non deve essere sembrata chissà quale spesa ai suoi manager.
Se la mossa Alibaba-Meizu è comunque tutta votata alla conquista del mercato cinese interno, Xiaomi sta invece progettando da tempo la sua esplorazione dei ricchi e competitivi mercati occidentali. Forse è ancora troppo presto per pensare a uno sbarco in grande stile, ma per questa settimana Xiaomi ha indetto una conferenza stampa a San Francisco: il 12 febbraio inizierà a tastare il terreno e a presentarsi agli addetti ai lavori della Silicon Valley , sebbene occorrerà andarci coi piedi di piombo per evitare brutte sorprese.
Xiaomi Mi Note
Fino a questo punto il business di Xiaomi è stato basato sulla vendita a costi contenuti di hardware di buona qualità, sul quale far girare il proprio software (costruito su una versione altamente personalizzata di Android) e attraverso il quale vendere accesso ai servizi e alle app vendute dalla stessa azienda: i margini, in altre parole, non si fanno tanto sull'hardware venduto ma sul valore aggiunto che l'integrazione dell'ecosistema Xiaomi offre al pubblico. Difficile pensare che questa formula possa funzionare identica anche in occidente: per i dovuti aggiustamenti Xiaomi deve iniziare a familiarizzare con i suoi prossimi clienti, e l'evento del prossimo giovedì servirà anche a questo.