"Il nostro obiettivo è portare Wind ad essere il numero uno nel mercato consumer in Italia", ad affermarlo è Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di Wind, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. "E almeno dal 2009 che la nostra missione numero uno è quella di raggiungere i competitor e siamo già a metà strada. Pensiamo di potercela fare per la fine del 2013. Come quota di mercato a valore sul segmento consumer abbiamo già superato il 25%", ha aggiunto.
Con 92,6 milioni di sim su una popolazione di 60 milioni, l'unica strada è strappare clienti alla concorrenza: "Sì, vogliamo strappare clienti veri", presegue Ibarra, "Non siamo interessati alla semplice acquisizione di sim. Ogni trimestre incrementiamo la nostra quota e siamo molto continui. E la nostra strategia è chiara: qualità molto elevata, non solo per la rete, ma anche per quanto riguarda i servizi al cliente, sia nei nostri punti vendita che nei call center. Il nostro costo di acquisizione è sempre sotto controllo. Infine puntiamo sul filone della trasparenza. Cosa significa? Non facciamo pagare la tassa a chi ha un abbonamento. E per chi ha una ricaricabile, il traffico delle nostre opzioni viene sempre calcolato al secondo. Facciamo pagare il "minuto vero" perché questo è un momento in cui le famiglie fanno raffronti un po' come nei supermercati. Siamo un operatore che non fa solo affidamento sullo smartphone per vendere. Credo che siamo uno dei pochi operatori in Europa a non avere nel proprio listino l'iPhone, anche se abbiamo come clienti circa il 20% del totale di chi l'acquista".
Con Ibarra viene anche affrontata la questione dell'LTE, la rete superveloce. "Per la licenza Lte abbiamo speso 1,1 miliardi e spenderemo altrettanto in 3 anni per le nuove antenne. Il mercato è pronto e stiamo assistendo all'esplosione dell'Internet mobile. Ma il punto è che ho qualche dubbio che le frequenze più importanti, quelle sugli 800 megahertz, siano disponibili in tempo per il gennaio 2013. Per non parlare delle interferenze con le tv satellitari. Se non saranno liberate, da contratto, non saremo risarciti".
Maximo Ibarra