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Ieri, all’alba, è stata avviata una maxi operazione che ha permesso di sventare una fitta rete criminale dedita alle truffe telefoniche. Le indagini hanno portato alla raccolta di abbastanza materiale probatorio per avviare 77 misure cautelari. Nello specifico, le forze dell’ordine parlano di 22 custodie in carcere e 55 obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini sono partite nel 2023 a seguito di una segnalazione da parte di una donna anziana di Genova che aveva segnalato la truffa della quale era finita vittima. Questo particolare conferma ancora una volta quanto sia importante segnalare alle autorità competenti qualsiasi tentativo di raggiro a cui si è sottoposti. Il risultato della maxi operazione coordinata dalla Procura di Genova ne è l’esempio.
Il questore di Genova Silvia Burdese ha spiegato: “È stata la denuncia di una vittima genovese, che ha trovato il coraggio di raccontare ciò che le era accaduto, a farci scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora. Si è trattato di un’attività intensa, che ha coinvolto le squadre mobili di tutta Italia e ha portato alla luce un’organizzazione feroce, senza alcuno scrupolo“.
Il modus operandi della rete criminale dedita alle truffe telefoniche
Sempre il questore Burdese è entrata nei particolari del modus operandi della rete criminale che viveva guadagnando da spregevoli truffe telefoniche: “Gli anziani venivano isolati, confusi, storditi. Le conseguenze psicologiche sono devastanti: dallo stress post-traumatico al senso di vergogna che impedisce, spesso, di denunciare“.
Il capo della Mobile, Carlo Battelli, ha anche specificato: “I telefonisti simulavano incidenti stradali causati da parenti delle vittime, spesso con lesioni gravi, e prospettavano l’arresto immediato a meno di una cauzione in contanti o preziosi. Le chiamate duravano anche più di un’ora e proseguivano pure dopo la consegna del denaro, per dare tempo ai complici di allontanarsi. Il controllo della linea telefonica era totale“.