Finalmente, dopo anni di inutili
attese, parte anche in Italia il tanto agognato servizio di Mobile Number Portability,
ovvero la possibilità di cambiare gestore mobile mantenendo sempre lo stesso
numero. Ormai molti clienti avevano perso le speranze che gli operatori nostrani
potessero attuare tale servizio. Dopo mesi di rinvii, ritardi, sperimentazioni
più o meno riuscite, ecco finalmente giungere la number portability. Ma si tratta
proprio del servizio come lo si aspettava da anni?
Diamo una scorsa alle attuali offerte
dei quattro gestori per rendercene conto. Iniziamo con l’operatore che ha deciso
di non aderire alla fase iniziale della number portability e di rimanere solo
entità cedente, ovvero Omnitel Vodafone. I vertici dell’azienda, controllata
dal colosso inglese Vodafone, avevano già espresso diversi dubbi sulla possibile
attuazione della number portability nei tempi previsti, soprattutto per i noti
problemi legati alla presenza di alcune SIM ricaricabili, quasi tutte, in realtà,
su di una particolare piattaforma tariffaria che non consente un semplice passaggio
e non facilita le operazioni di portabilità.
Omnitel Vodafone ha così deciso
di essere solo gestore cedente, ma solo per i propri utenti con prefissi 340
e per quegli utenti con prefisso 347 seguito da 61 e 349 seguito da 71. In pratica
la grande maggioranza dei clienti Omnitel Vodafone non potranno variare gestore
almeno fino al 30 giugno, quando anche per gli altri clienti di operatori mobili
sarà possibile passare ad Omnitel Vodafone.
Detto ciò passiamo a chi la number
portability afferma di attuarla. La prima ad avviare una operazione di number
portability è stata Tim, che ha presentato il proprio servizio quasi
un mese fa, offrendo l’attivazione gratuita per chi lo avesse prenotato entro
il 30 aprile 2002. A partire da maggio, infatti, il servizio costa 10 Euro per
i clienti prepagati e 5 Euro per gli abbonamenti. Tim chiama la propria number
portability Additional Number e basta approfondire un pò il discorso
per capire il perché.
In pratica Tim attiva un nuovo
numero al cliente che passa a Tim da un altro gestore, trasportando il vecchio
numero sulla nuova SIM, numero che da questo momento in poi verrà utilizzato
solo per ricevere, mentre quando si chiamerà verrà utilizzato il nuovo numero
Tim. È comunque possibile trasportare il proprio numero su di una SIM Card Tim
già in proprio possesso. I tempi di attivazione per il servizio sono, secondo
Tim, nell’arco di 5 giorni.
Tutto sommato non si tratta di
una vera e propria number portability, visto che il vecchio numero sarà destinato
ad andare nel dimenticatoio. Oltretutto la presenza del CLI comporterà che si
chiamerà con un numero del tutto nuovo, senza la possibilità di farsi riconoscere
da chi abbia in memoria il proprio vecchio numero, idem per gli SMS.
A seguire è arrivata l’offerta
di Wind, detta Passa a Wind. Il servizio è già attivo per gli abbonamenti
e lo sarà dal 6 maggio per le ricaricabili. Tutti dovranno pagare il contributo
di attivazione, 10 Euro per i prepagati e 5 Euro per gli abbonamenti. I nuovi
clienti Wind verranno inseriti automaticamente nel programma WIP, a patto che
mantengano i livelli di traffico per i quali si aderisce a questa particolare
offerta. Il cambio di numero avviene nell’arco di 14 giorni lavorativi. Come
promozione per i nuovi clienti, fino al 9 giugno 2002, Wind offre un bonus su
traffico effettuato durante tutto il mese di giugno. Se si spendono 25 o 50
Euro di traffico voce nazionale verrà accreditato in seguito, entro il 31 agosto
2002, il 50% della spesa effettuata. L’offerta di Wind è certamente più vicina
di quella di Tim all’idea che ognuno di noi ha della number portability. Il
servizio ha una sola pecca, i 14 giorni lavorativi, che vuol dire quasi 20 giorni
reali, per l’attivazione. Certamente troppo tempo.
In ultimo abbiamo tenuto Blu.
Il quarto gestore sta per concludere la sua tormentata storia, visto che, ormai,
è imminente l’acquisto da parte di Tim. Eppure proprio il servizio di number
portability di Blu appare quello che segue la maggior parte delle direttive
messe a punto dall’Authority per le Telecomunicazioni. Per passare a Blu si
dovrà pagare 30 Euro, dei quali, però, 25 saranno caricati sulla nuova SIM Card,
se utente prepagato, oppure accreditati nella prossima bolletta in caso di abbonamenti.
In pratica il costo di attivazione è di 5 Euro. Inoltre a tutti i clienti che
passano a Blu il quarto gestore offre in regalo l’opzione Blu Evolution e la
segreteria virtuale Memory.
La cosa più interessante nell’offerta
di Blu sono i tempi di attivazione. I tempi richiesti, infatti, variano da un
minimo di 48 ore ad un massimo di 5 giorni, molto meglio dei quasi 20 di Wind
ed anche dei 5 certi di Tim. Resta, comunque, un azzardo passare a Blu in un
momento in cui gli stessi vertici dell’azienda sono incerti sul futuro della
società.
Per tutti i gestori per attivare
la number portability ci si dovrà recare in un punto vendita autorizzato a firmare
diversi moduli, scegliendo il nuovo profilo tariffario e le opzioni disponibili.
Inutile dire che l’intero credito non utilizzato presente sulle SIM Card prepagate
verrà perso. Solo Omnitel Vodafone dà la possibilità di congelare tale
credito, in caso in futuro ci si ripensi e si voglia tornare clienti del gestore
di Ivrea. Fino a settembre, infine, tutte le chiamate verso i numeri di clienti
che abbiano cambiato gestore rimarranno tariffate come se ancora fossero clienti
del proprio vecchio operatore. Da settembre poi le cose cambieranno e tutte
le chiamate avranno costi identici a seconda del gestore utilizzato.
Tutti gli operatori stanno preparando
o hanno già preparato dei servizi telematici per controllare con certezza di
quale gestore sia un certo numero. Apriamo una parentesi per tutti quei pionieri
che avessero ancora in utilizzo un numero ETACS. Moltissime di queste persone
non hanno finora cambiato telefono proprio a causa della impossibilità di cambiare
numero telefonico. Con l’avvento della number portability questa fetta di utenti,
molto amati dai gestori a causa degli alti volumi di traffico che generano,
si trovano nella possibilità di cambiare finalmente gestore e di passare al
GSM adesso, o all’UMTS tra qualche mese, senza cambiare numero.
Cade, quindi, l’ultimo baluardo
di monopolio del settore della telefonia mobile italiana. Concludendo questa
veloce disamina delle prime offerte di number portability non possiamo che renderci
conto di come si sia trovata una soluzione all’italiana, come tante volte già
accaduto nel nostro Belpaese. Sarebbe stato certamente meglio se i costi ed
i tempi di passaggio fossero stati identici da gestore a gestore e se soprattutto
i clienti prepagati potessero passare il credito residuo sulla nuova SIM Card.
Per ora il bimbo è nato un po’ menomato, ma dopo tanti anni di attesa rallegriamoci
che sia almeno nato.