L’autorità olandese ritiene anticoncorrenziali le regole di acquisto in-app di Apple; di fatto, si scaglia contro l’azienda e richiede che questa esegui delle modifiche all’App Store.
Apple e le sue regole di acquisto in-app: l’Olanda non ci sta
I problemi per Apple continuano ad accumularsi mese dopo mese. Dopo il rapporto secondo cui la Corea potrebbe far pagare all’azienda 46 milioni di dollari in benefici non dichiarati e dopo le accuse emerse per via del chip NFC negli iPhone, l’autorità antitrust olandese ha ora dichiarato colpevole il gigante con sede a Cupertino per via dei suoi comportamenti anticoncorrenziali.
Secondo l’ultimo rapporto di Reuters, l’autorità antitrust olandese ha scoperto che le regole di Apple che richiedono agli sviluppatori di software di utilizzare il proprio sistema di pagamento in-app sono anticoncorrenziali e le ha ordinato di apportare modifiche.
Mentre il gigante con sede a Cupertino sta affrontando sfide simili in diversi paesi, il mese scorso l’Autorità olandese per i consumatori e i mercati (ACM) ha informato il gigante della tecnologia con sede negli Stati Uniti della sua decisione, rendendolo il primo ente antitrust a scoprire che la compagnia ha abusato del potere di mercato nell’App Store.
È interessante notare che ACM non ha imposto alcuna multa ad Apple ma ha richiesto modifiche al sistema di pagamento in-app. La decisione dovrebbe essere pubblicata nelle prossime settimane.
Per coloro che non lo sapessero, l’azienda di Tim Cook ha una politica di pagamento in-app-store, che richiede agli sviluppatori di applicazioni di utilizzare esclusivamente il sistema di pagamento proprietario in cui l’azienda preleva commissioni, che vanno dal 15% al 30%.
L’autorità antitrust olandese ha avviato un’indagine nel 2019 per scoprire se le pratiche della società costituissero un abuso di posizione dominante sul mercato. Tuttavia, in seguito, ha ridotto l’ambito dell’indagine per concentrarsi solo sulle app del mercato degli appuntamenti.
È stato dopo una denuncia presentata dal Match Group, che possiede la popolare piattaforma di incontri Tinder: la società aveva affermato che le regole di Apple le impedivano di comunicare direttamente con i suoi clienti sui pagamenti.