Lo smartphone ascolta le conversazioni? Ecco la verità sugli annunci mirati

Pubblicità personalizzate e il dubbio degli utenti: quando le coincidenze superano ogni limite, ecco cosa bisogna sapere
Lo smartphone ascolta le conversazioni? Ecco la verità sugli annunci mirati

Capita spesso di ricevere la pubblicità perfetta al momento perfetto mentre si naviga sul proprio telefono. Questo porta a chiedersi: il telefono, che è sempre con noi, ascolta le nostre conversazioni? È una domanda che sorge spontanea e che spesso si trasforma in una vera e propria paura, dopo aver ricevuto annunci personalizzati per servizi, oggetti, programmi TV, film e molto altro ancora. Per questo è importante capire se questi annunci così specifici, in linea alle conversazioni fatte in presenza dei dispositivi, siano una semplice coincidenza o qualcosa di più.

Gli utenti apprezzano la possibilità di essere sempre connessi ovunque, ma la paura di essere “spiati” rimane alta. La domanda rimane ed è sempre la stessa: il telefono ascolta le conversazioni private? Ecco tutto ciò che bisogna sapere sugli annunci personalizzati visibili sullo smartphone.

Pubblicità e smartphone tutto quello che bisogna sapere

Quando si riceve una pubblicità particolarmente mirata, si pensa immediatamente che i microfoni degli smartphone siano usati per registrare ciò che si dice, così da utilizzare tutte le informazioni per indirizzare gli annunci presenti su Google o su altre piattaforme specifiche come quelle dei social. Questa è una paura costante e una ricerca notevolmente presente anche sul web e tra le discussioni aperte sui social network, in quanto molti utenti, dopo coincidenze troppo specifiche, si trovano a domandarsi se il proprio telefono, e più nel dettaglio le aziende, ascoltino le conversazioni.

Pubblicità e smartphone tutto quello che bisogna sapere

Nel mondo delle pubblicità online, andando oltre i microfoni, è necessario specificare che di notevole importanza sono anche consensi e accessi. Di fatto, è importante analizzare il tipo di impostazioni presenti e quali permessi concedere al proprio dispositivo e alle app. Ad esempio, è sempre consigliato non dare automaticamente alle app accesso al microfono del telefono. Di base, Google probabilmente non ascolta nessuna conversazione, ma per una maggiore sicurezza è sicuramente un plus limitare l’accesso a informazioni privati e al proprio microfono.

Il No delle aziende ai telefoni in ascolto

Purtroppo, in un mondo sempre più interconnesso, non è semplice dimostrare che gli smartphone raccolgano, o non, dati per indirizzare i contenuti degli utenti. Ci sono moltissimi altri elementi da tenere in considerazione, come le interazioni online, le ricerche e la condivisione della posizione. Per questo motivo, spesso gli annunci personalizzati sono il risultato di altri fattori. Senza rendersene conto, le informazioni potrebbero essere state fornite ai motori di ricerca o ai social in altri modi, rendendo i microfoni quasi l’ultimo dei problemi.

Per una risposta più rassicurante, Google, come altre piattaforme, ha negato che le app possano utilizzare i microfoni degli smartphone per raccogliere informazioni. Nello specifico, Google afferma che tutti gli inserzionisti devono rispettare tutte le leggi e i regolamenti applicabili, oltre alle norme di Google Ads. Stesso discorso per gli sviluppatori di app, che devono rispettare la politica di Google.

Questo chiarisce che, nonostante la sensazione che le conversazioni vengano utilizzate per indirizzare gli annunci pubblicitari, ciò non ha nulla a che fare con la comunicazione vocale o via chat. Tutto questo, è invece più legato alla posizione o anche all’uso di altri dispositivi. Pertanto, alla domanda “il telefono ci ascolta?”, la risposta è probabilmente no. Pertanto però, i movimenti online e sul proprio dispositivo sono certamente essenziali per ottenere annunci mirati. Fortunatamente, i miglioramenti nella privacy dei dispositivi mobili hanno ridotto notevolmente, se non eliminato del tutto, ogni tipo di violazione della privacy.

Lo smartphone ascolta le conversazioni? Le conclusioni finali

Le pubblicità personalizzate e il dubbio di essere ascoltati sono argomenti delicati e strettamente legati tra loro. Almeno una volta nella vita, ogni utente di dispositivi si è posto questa domanda. Pertanto, anche se in alcuni casi sembra che ci sia una connessione diretta tra le conversazioni avvenute e gli annunci pubblicitari, è più probabile che questi ultimi siano dovuti ad altri fattori come la posizione, le preferenze e altre ricerche. Non dimenticando anche i profili collegati su vari dispositivi, come l’accesso all’account Google, che si sincronizzano per mostrare annunci pubblicitari su cose che interessano o che sono state già cercate e visualizzate, magari da PC. Inoltre, alcuni inserzionisti utilizzano annunci geolocalizzati, per questo, anche la semplice ricerca di un luogo o l’uso di Google per trovare negozi e indirizzi può influire sul tipo di annuncio che si riceve.

In ogni caso, nel dubbio, è sempre importante controllare i permessi dati al dispositivo per assicurarsi che le app non abbiano accesso al microfono. Nella pratica, basta accedere alle impostazioni del microfono e controllare a quali app è consentito l’accesso. Se si desidera revocare questo permesso, basta annullare il consenso, evitando così l’accesso al microfono delle app in uso. Oltre a revisionare periodicamente tutte le app in uso e i relativi consensi, è sempre consigliato tenere lo smartphone ben organizzato e avere consapevolezza di quali dispositivi sono collegati al proprio account, ad esempio con Google. In questo modo, è possibile eliminare i dispositivi obsoleti ed evitare correlazioni tra ricerche da un dispositivo all’altra.

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