Si è conclusa la telenovela che ha visto contrapposti i restanti dipendenti dell’operatore fantasma IPSE 2000 con i vertici dell’azienda. Negli uffici della Regione Lazio si è chiusa la procedura di mobilità avviata da IPSE. Al termine della trattativa, che ha coinvolto anche il Ministero delle Comunicazioni ed il Comitato per l’occupazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato firmato un accordo che prevede il licenziamento di 92 dipendenti con l’impegno a favorirne il ricollocamento presso la o le aziende che acquisteranno le frequenze UMTS di IPSE.
Il nuovo codice delle Telecomunicazioni, entrato in vigore il 15 settembre scorso, prevede, infatti, la possibilità per un operatore di cedere le frequenze ad altri soggetti in possesso dell’autorizzazione a fornire servizi con analoga tecnologia. IPSE sarà, quindi, la prima società in Europa a sfruttare la nuova normativa. I dipendenti che perdono il posto godranno, oltre alla remunerazione prevista dalla legge, anche sei mesi di stipendio. Inoltre, secondo quanto si apprende, l’azienda si è impegnata, se riuscirà a fare cassa attraverso la rescissione di alcuni contratti importanti, a distribuire al personale anche altre 18 mensilità.
Il personale di IPSE 2000 controllerà sia Governo che azienda, affinché gli impegni assunti in materia di salvaguardia occupazionale siano realmente rispettati. Negli uffici di IPSE 2000 rimarranno, quindi, soltanto i 13 dipendenti, per i quali non era scattata la mobilità e le sei persone attualmente in maternità.