Dopo i fatti dell’11 settembre
dello scorso anno, le autorità USA si sono celermente messe al lavoro per approvare
al più presto una nuova legislazione che obbligasse i costruttori e gli operatori
di telefonia mobile ad inserire all’interno dei nuovi telefoni dei dispositivi
per la localizzazione automatica di emergenza tramite GPS. Il cosiddetto A-GPS
collegato ai servizi e911, il numero delle emergenze negli USA, farà il suo
ingresso obbligatorio su tutti i terminali mobili, siano essi cellulari o palmari,
che verranno venduti negli Stati Uniti nei prossimi anni.
La prima fase del progetto, che
può definirsi in parte un successo, consisteva nella localizzazione dei cellulari
che avessero chiamato il 911 tramite l’identificazione della cella di appartenenza.
La seconda fase, invece, che entrerà in vigore nei prossimi mesi, consisterà
proprio nella identificazione tramite GPS. I pro di tale scelta sono molti.
Si potranno facilmente localizzare eventuali dispersi, si pensi solo all’implicazione
che avrebbe avuto una simile tecnologia durante la ricerca di eventuali sopravvissuti
al crollo del World Trade Center, ma se i benefici sono palesi, non bisogna
dimenticare i difetti che questa soluzione comporta. In primis la diminuita
privacy conseguente alla possibilità degli operatori di localizzare in ogni
momento la posizione dei propri clienti.
L’Electronic Privacy Information
Center (EPIC)
ha affermato che molti utenti saranno ignari di ciò e questo dovrà essere necessariamente
spiegato ai futuri possessori di cellulari, visto che lede le regole basilari
della privacy. Il loro utilizzo dovrebbe essere consentito solo previa autorizzazione
dell’utente, quanto meno astrattamente, all’atto dell’acquisto di un terminale
del genere, si dovrà esser ben consapevoli della possibilità di essere localizzati
in pochi istanti. È l’eterno dilemma tra maggiore sicurezza e minore libertà
che attanaglia ormai gli americani dal quel terribile giorno di oltre un anno
fa.