L’ente di beneficenza britannico 5Rights, specializzato nella protezione dei diritti digitali dei bambini, ha presentato una denuncia all’Office of Information Commissioner (ICO), accusando dozzine di grandi aziende tecnologiche di mettere sistematicamente in pericolo i bambini su Internet e la violazione è recentemente entrata in vigore anche sul Children Code britannico.
Le app più pericolose per i bambini secondo 5Rights
L’autore della denuncia presentata al dipartimento è stata la baronessa Beeban Kidron, presidente di 5Rights e membro della Camera dei Lord; si legge che è stata la baronessa a proporre originariamente l’approvazione del suddetto Codice.
L’ente benefico ha condotto le proprie indagini e incriminato dozzine di compagnie, incluse le popolari TikTok, Snapchat, Twitter e Instagram, nonché le piattaforme meno conosciute come Omegle, Monkey e Kik.
Il documento afferma che le app mobili rilasciate da queste piattaforme includono decisioni progettuali senza scrupoli e incentivi che incoraggiano i bambini a condividere la propria posizione e a ricevere annunci personalizzati basati su questa funzione.
Su queste app, secondo gli autori dello studio, sono disponibili materiali potenzialmente pericolosi, anche su disturbi alimentari, autolesionismo e suicidio.
Non di meno, i software non controllano a fondo l’età degli utenti prima di consentire loro l’accesso a funzionalità inappropriate come le chat video con estranei. Inoltre, le app di gaming sono state coinvolte in una massiccia condivisione di dati con terze parti, da società pubblicitarie come Google a servizi di consegna di cibo come Grubhub e Uber e perfino social che spaziano da Pinterest a Facebook.
Il British Age Compliance Code (o Children’s Code) è entrato in vigore all’inizio di settembre. Secondo alcune stime, è un prodotto davvero innovativo.
Le violazioni del Codice hanno le stesse conseguenze delle violazioni del Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR), ed è prevista anche una multa fino al 4% del fatturato globale del trasgressore.
I membri del Senato e del Congresso degli USA hanno invitato i giganti della tecnologia americana a conformarsi volontariamente ai requisiti del documento per i bambini. Di conseguenza, le principali piattaforme social tra cui YouTube, Instagram e TikTok hanno dovuto apportare alcune modifiche ai propri servizi, ma si vede che permangono ancora molti problemi. Il reclamo descrive le presunte violazioni su ben 102 piattaforme.
Per fini di ricerca, gli autori del progetto hanno registrato dispositivi con Android e iOS come appartenenti a bambini di 8, 13 e 15 anni. Sono stati in grado di scaricare 16 app di appuntamenti dall’Apple Store, tra cui Tinder, Happn, Find Me A Freak, Bumble e altri classificati come 18+ utilizzando l’account iCloud di un quindicenne: tutto ciò che dovevano fare era fare click su OK per confermare l’età richiesta.
Decine di app come Omegle consentono agli utenti di chattare con estranei in formato testo o video.
Inoltre, gli algoritmi di raccomandazione contengono materiale dannoso o mettono a rischio la sicurezza dei bambini, ad esempio, suggerendo adulti sconosciuti come amici. La ricerca su Twitter rende facile trovare informazioni su domande così pericolose come, ad esempio, “autolesionismo”. Si scopre quindi che i minori hanno libero accesso ai risultati di ricerca per tali query, nonché agli hashtag ad essi associati.
Infine, secondo un’indagine di 5Rights, l’app di video chat Monkey utilizza i meme sui pop-up e incoraggia gli utenti a condividere una posizione che viene quindi utilizzata per trovare utenti nella stessa area, compresi gli adulti non familiari.