Cosa sarebbe il mondo senza telefonino? Riusciremmo oggi a pensare alla nostra vita senza il fedele cellulare in tasca, vera propaggine della nostra mano o, a volte, della nostra testa?
La rapida diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione mobile personale ha senza ombra di dubbio rivoluzionato il modo di comunicare di un’intera generazione, ma in generale è l’intera società ad essere stata pervasa in maniera decisa da un qualcosa che fino a pochi anni fa era una chimera per la stragrande maggioranza della gente. La reale capacità di queste persone di utilizzare i servizi di telefonia mobile al massimo delle loro possibilità è, però, ben al di là dall’avverarsi, e forse non si avvererà mai.
Qual è stato il bisogno che ha portato a questo enorme sviluppo della telefonia mobile? È un qualcosa che può ripetersi, a breve o medio termine, per lo sviluppo della comunicazione dati mobile? In parte una risposta a queste domande l’abbiamo già.
Comunicare è sempre stato un bisogno primario per l’uomo, fin dall’antichità. La comunicazione mobile personale ha permesso di dotarci di strumenti tecnologici capaci di farci comunicare con il mondo premendo alcuni tasti su di un pezzo di plastica e silicio. Parlare al telefono è diventato naturale come parlare di persona ed il cellulare ha solo spostato questa comunicazione audio all’esterno di abitazioni ed uffici, rendendola omnicomprensiva.
È chiaro, quindi, cosa abbia spinto milioni e milioni di persone ad acquistare un cellulare: poter parlare con tutti, sempre e dovunque.
Fin qui il bisogno poteva essere tranquillamente risolto dalle vecchie reti analogiche (anche se il traffico generato da milioni di linee avrebbe sfiancato il sistema), ma ecco che una innovazione tecnologica ha ingenerato un bisogno tale da portare al cambio di tecnologia.
Il passaggio dai sistemi TACS a quelli GSM è stata una vera svolta nel mondo della telefonia mobile e, seguendo i dettami di Nicholas Negroponte, ha superato gli ostacoli che si pongono, sempre più alti, per il passaggio ad una nuova tecnologia.
In effetti il GSM permette di parlare usando lo stesso numero e lo stesso telefono, praticamente in ogni parte del Mondo, inoltre, ma questo è stato un bisogno indotto dalla tecnologia e non da questa dedotto, ha aperto il mercato degli SMS, vera killer application della telefonia mobile di seconda generazione.
Non altrettanto può dirsi oggi del passaggio da GSM ad UMTS, da molti osannato come vera svolta nel settore, sottovalutando quanto era accaduto solo pochi anni prima nel vero rivoluzionario passaggio da analogico a digitale.
Il bisogno di passare alla nuova tecnologia è stato decisamente inferiore al previsto ed in effetti a prima vista la stragrande maggioranza dell’utenza non gode certo di chissà quali benefici dall’utilizzare un terminale 2G o 3G. Appare a tal motivo ancora più strana la critica rivolta a quello che si sta imponendo come il fenomeno (mediatico?) più importante del 2007 telefonico: l’iPhone di Apple.
L’azienda di Steve Jobs ha saputo creare tanto e tale hype (attesa) intorno a questo terminale che la sua uscita sul mercato è stata salutata da milioni di fan della mela come l’arrivo dell’oggetto tecnologico del desiderio, la summa della telefonia mobile prossima ventura. Eppure a ben guardare l’iPhone ha ben poco di rivoluzionario. Molti dei terminali di altre marche già sul mercato lo surclassano come prestazioni e possibilità multimediali. Ma il mercato di massa non bada a questo. Per tale motivo dobbiamo porci nuovamente una domanda prima passata sotto silenzio: qual è il reale bisogno dell’attuale utente mobile? Perché dovrebbe utilizzare un telefono UMTS piuttosto che uno GSM?
L’UMTS ha molti pregi rispetto al GSM, ma quasi tutti concernenti la velocità del traffico dati.
Ecco la parola magica: dati.
Video, foto, audio, applicazioni, etc. tutto sui piccoli schermi dei nostri telefonini. Ecco la risposta al perché dell’UMTS.
Ma è vera gloria? I servizi dati appaiono sicuramente in sviluppo, ma enormemente inferiori a quelli voce e, soprattutto, in netta prevalenza di tipo testuale (SMS ed in parte e-mail). La videochiamata è un servizio simpatico ed interessante, ma sicuramente non fondamentale per la stragrande maggioranza delle persone. Anzi, il dover occupare anche la vista oltre all’udito non consente di sfruttare una delle forze maggiori del telefono: poter fare altro mentre si parla. Videochiamare costringe a guardare il telefono, occupando vista ed udito, bloccandoci decisamente nelle nostre funzione motorie. Ecco perché difficilmente sarà mai questa la risposta alla domanda di prima.
Qualcuno potrà obiettare dicendo che l’avere una foto/videocamera nel cellulare sta rivoluzionando ulteriormente questo settore. Verissimo, ma oramai anche i cellulari GSM hanno fotocamere e videocamere di tutto rispetto, senza bisogno di avere anche il supporto ad una tecnologia 3G. I fallimentari MMS dimostrano come alla gente poco piaccia mandare foto e video ad altri cellulari, quanto piuttosto a tenerli per se o diffonderli tramite Internet.
Gli operatori mobili stanno disperatamente tentando di educare la propria clientela all’uso di servizi avanzati che vadano al di là della mera voce. Il risultato ad oggi appare interlocutorio.
L’aumento dei dati non è così elevato come ci si sarebbe aspettato dalla diffusione dei terminali 3G. Questo dimostra come la gente acquisti i mezzi tecnologici che più gli piacciono, a prescindere da ciò che essi siano capaci di veicolare. Non è il servizio in sé a spingere all’acquisto nella grande maggioranza dei casi, bensì la volontà di possedere un nuovo gadget tecnologico, sfruttato poi al 10% delle sue possibilità reali.
Educare all’uso dei nuovi servizi avanzati multimediali sarà la vera sfida di operatori e fornitori di servizi. Qualcosa che vada decisamente oltre i classici ed inflazionati sfondi e suonerie, qualcosa che possa realmente fornire una risposta ad un bisogno o che possa generarlo o renderlo palese.
Adesso si inizia a parlare di 4G. NTT DoCoMo si dice pronta al lancio trial per il prossimo anno. Sigle e numeri rischiano, però, solo di generare ulteriore confusione in un mercato che non si contraddistingue certo per la sua chiarezza (vedi tariffe e costi occulti) e che troppo spesso deriva verso i tecnicismi quando non riesce a far capire le reali potenzialità di quello che abbiamo nelle mani.
In conclusione siamo in un periodo di passaggio, gli operatori annunciano velocità di connessione dati sempre maggiori, gli utenti si chiedono cosa farsene, i fornitori di servizi pensano a contenuti sempre più avanzati e multimediali e soprattutto a creare l’effetto community, la nascita del Mobile 2.0 dopo il Web 2.0, infine i produttori cercano di andare incontro a tutte queste esigenze realizzando terminali capaci di sostituire macchina fotografica, videocamera, lettore MP3, navigatore GPS, PC e chi più ne ha più ne metta.
Speriamo almeno che, dopo tutti questi sforzi, non si continui "solo" a telefonarci, o forse, più semplicemente, dobbiamo sperare che si continui "almeno" a telefonarci.