La miniaturizzazione nel futuro dei cellulari

In questi giorni si è tenuto a
Segovia in Spagna il congresso sulle nanotecnologie, ovvero quelle tecnologie
che studiano la miniaturizzazione di vari dispositivi, elettronici e non. Il
periodo non è certamente dei migliori, la spesa per la ricerca nel settore è
diminuita notevolmente a causa della crisi, ma, in vari laboratori del mondo,
gli studi sulle nanotecnologie continuano. Non si tratta solo più di fantasie
da romanzi di fantascienza, le nanotecnologie sono ormai prossime, nel giro
di due o tre anni potremo vedere i primi prodotti costruiti seguendo questa
idea.

La miniaturizzazione portata all’estremo
ci darà chip potentissimi. D’altro canto, il problema di trovare un sostituto
del silicio per la produzione dei chip, è molto urgente. Entro i prossimi dieci
anni, infatti, si arriverà alla massima miniaturizzazione che il silicio può
sopportare e per aumentare le capacità dei chip si dovrà cambiare materiale.

Il sostituto sarebbe già stato
trovato. Si tratta dei tubi di carbonio, minuscoli filamenti in fibra di carbonio
che possono essere manipolati per aumentarne la resistenza e condurre elettricità.
I tubicini in fibra di carbonio sono così piccoli da risultare invisibili all’occhio
umano.

I futuri chip realizzati con questo
materiale rivoluzioneranno le tecnologie e la nostra stessa vita. Gli scienziati
affermano, però, che ci vorranno diversi anni perché questo divenga realtà,
nel frattempo lo sviluppo di batterie basate sulla fibra di carbonio è già in
uno stadio avanzato. Nec e Sony affermano che entro il 2003 potrebbero già mettere
in commercio prodotti del genere, sia per cellulari, che per computer portatili,
con una durata in stand by di alcune settimane. Sarà solo una questione di tempo
perché le nanotecnologie diventino parte integrante della nostra vita.

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