Il ministero della Difesa lituano ha raccomandato i consumatori di evitare di acquistare telefoni cellulari cinesi e ha consigliato di buttare i dispositivi già in possesso: ecco perché.
AGGIORNAMENTO: a fine articolo, la posizione ufficiale di Xiaomi e di Huawei in merito alla questione.
Lituania: stop al Made in Cina
Stando ad uno studio condotto dal National Cyber Security Centre, alcuni smartphone cinesi (i modelli esaminati sono Huawei P40 5G, Xiaomi Mi 10T 5G e OnePlus 8T 5G) avrebbero integrate funzionalità pericolose per la sicurezza dei dati personali e per la libertà di espressione.
Introducendo il rapporto, il viceministro della Difesa Margiris Abukeviciusai ha dichiarato che “la nostra raccomandazione è di non acquistare nuovi telefoni cinesi e di sbarazzarsi di quelli già acquistati il più velocemente possibile“.
A quanto pare, i telefoni di punta di Xiaomi venduti in Europa presentano una funzionalità che permette di rilevare e censurare termini come “Tibet libero”, “Lunga vita all’indipendenza di Taiwan” o “movimento per la democrazia”. Sebbene l’opzione per lo Xiaomi Mi 10T 5G sia stata disattivata per l’Unione Europea, l’analisi del National Cyber Security Center del Ministero della Difesa lituano afferma che potrebbe essere attivata da remoto in qualsiasi momento.
Una falla di sicurezza è stata trovata anche nel telefono P40 5G dalla cinese Huawei, mentre nessun problema è stato rinvenuto nel terminale di OnePlus.
AGGIORNAMENTO: Xiaomi replica alle accuse. Di seguito, la posizione ufficiale del colosso cinese:
“I dispositivi Xiaomi non censurano le comunicazioni da o verso i propri utenti. Xiaomi non ha mai limitato e mai limiterà o bloccherà alcun tipo di comportamento personale da parte dei propri utenti. Funzioni come quelle di ricerca, chiamata, navigazione sul web o l’uso di software di comunicazione di terze parti non sono e non saranno mai limitate. Xiaomi rispetta e protegge pienamente i diritti legali di tutti i suoi utenti, ed è conforme al Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR).”
Anche Huawei ha esplicitato la sua posizione:
Huawei ha sempre aderito al principio di integrità, rispettato le leggi e i regolamenti dei Paesi in cui opera, considerato la sicurezza informatica e la protezione della privacy priorità assolute. Huawei ha, da sempre, ottimi record in termini di sicurezza informatica in oltre 170 Paesi dove serve oltre 3 miliardi di utenti.
I dati non vengono mai elaborati al di fuori dei dispositivi Huawei. Huawei è trasparente sui dati che raccoglie dai clienti in base al principio di minimizzazione e che utilizza al fine di migliorare la personalizzazione dei servizi e l’esperienza d’uso. Per quanto riguarda l’uso dei dati sui telefoni Huawei, AppGallery raccoglie ed elabora solo i dati necessari a consentire ai propri clienti di cercare, installare e gestire app di terze parti, allo stesso modo di tutti gli altri app store. Petal Search e AppGallery hanno ottenuto la certificazione di conformità al GDPR dallo European Privacy Seal. Huawei chiarisce che queste app provengono da fonti disponibili pubblicamente, quindi l’utente ha la possibilità di scaricare un’app. Huawei esegue controlli di sicurezza per assicurarsi che l’utente scarichi solo app sicure e operative sui dispositivi HMS.
Rispettiamo le leggi di ogni Paese in cui operiamo e teniamo molto ai nostri clienti, ai nostri partner e a tutte le persone che utilizzano e sono interessate a utilizzare la nostra tecnologia. Anche la gestione dei dati è tenuta da Huawei in grande considerazione.