Android e iOS sono sistemi operativi ormai equivalenti in tutto. Le loro funzioni sono grossomodo comparabili in ogni aspetto, ma c’è un piccolo dettaglio che in qualche modo rende il secondo leggermente più del primo: le emoji. Sì, perché da qualche mese Apple ha introdotto nel suo sistema operativo per dispositivi mobili una serie di nuove faccine – 41 per la precisione – che ancora non sono disponibili nel sistema del robottino verde. Tra esse ci sono un taco, un pallone da volley, una testa di unicorno, un hotdog, un burrito, un secchiello di popcorn, un granchio, una moschea, una sinagoga, una racchetta da ping pong, un’anfora, uno scorpione, un tacchino, una bottiglia di spumante, ecc. Questi nuovi buffi caratteri, che sono stati introdotti dall’Unicode Consortium con la versione 8 dell’Unicode, possono dunque essere inviati da chi possiede un iPhone ma, se ricevuti da un dispositivo Android, non possono essere visualizzati correttamente.
Unicode 8 emoji
Fino a qualche giorno fa insomma mancava un supporto per l’OS di Google, ma ora questa lacuna è stata colmata. Con il suo ultimo update, infatti, Kika Keyboard ha introdotto finalmente le nuovi emoji nella sua tastiera virtuale, non solo quelli introdotti dal consorzio Unicode, ma anche i nuovi adottati da poco da Whatsapp. Chi vuole, dunque, può installare sul suo device quest’app ed entrare finalmente in possesso di una nutrita serie di colorati caratteri speciali (1.200 in tutto) da usare per le proprie buffe conversazioni. L’app è gratuita, scaricabile da Google Play, ma funziona solo sugli apparecchi con Android in versione 6.0.1 – almeno per il momento.
Kika Keyboard per Android (3 screenshot)
Ricordiamo che lo scorso 2 dicembre Hiroshi Lockheimer, il Vicepresidente senior di Android, ha dichiarato su Twitter che le stesse emoji Unicode 8 stanno per essere integrate anche sui dispositivi Nexus – questione di pochi giorni – e che a breve saranno condivise anche con gli altri OEM, dunque per l’inizio del nuovo anno anche altri produttori potranno rilasciarle sui propri dispositivi attraverso degli aggiornamenti.
Hiroshi Lockheimer su Twitter