É il rapporto sul terziario 2009 a dirlo. In sei anni, le vendite dei telefoni cellulari hanno fatto segnare un incoraggiante +189%.
Cosa significa? Che nel 2002 magari avevate in casa un telefonino, e oggi ne avete tre, o quasi. Cellulari triplicati, a conferma di una passione che va oltre le crisi cicliche, e che soprattutto investe generazioni diverse.
In una penetrazione che oggi dilata gli orizzonti degli utilizzatori, i giovanissimi, e anche gli anziani, diventano target. E poi ci siamo sempre noi, gli appassionati. Chi vi scrive, nel 2002 cambiò per lavoro e passione 160 telefonini… Pazzia? Probabilmente.
Resta di fondo il fatto inequivocabile che la diminuzione dei prezzi e la contemporanea crescita di entry e medium level ha accorciato la vita media di un telefonino. Prima lo tenevamo di più e lo usavamo di meno (a causa di specifiche tecniche meno significative). Oggi lo teniamo di meno e lo usiamo in maniera spasmodica, oppure ne abbiamo tanti (chi non ha almeno un ‘'muletto''?). In quest'ottica, si inserisce anche la lunga serie di gestori telefonici del nostro Paese, che sussidia alcuni modelli stringendo accordi con le varie case, e proponendo device a prezzi più bassi. E le case stesse ci avvicinano ai propri prodotti, lanciando cellulari che hanno più o meno il costo di una pizza e una birra con gli amici.
Insomma, i puristi che scelgono o hanno scelto di non avere un telefonino diminuiscono mese dopo mese, giorno dopo giorno. Possedere un cellulare è inevitabile. E considerando l'altrettanto inevitabile saturazione del mercato, sarà interessante valutare le nuove, drastiche, innovative soluzioni dei produttori, che negli anni a venire faranno sempre più fatica ad accattivarsi un parco clienti più disincantato, pratico e ''professionale''.