IPSE 2000 fa ricorso al TAR per le frequenze aggiuntive

La dirigenza di IPSE 2000 continua imperterrita sulla sua strada per ridurre all'osso i suoi attuali dipendenti. Non solo, IPSE ha anche fatto ricorso

La dirigenza di IPSE 2000 continua imperterrita sulla sua strada per ridurre all’osso i suoi attuali dipendenti. Non solo, IPSE ha anche fatto ricorso al TAR contro il Ministero delle Comunicazioni che ha negato la possibilità di restituire le frequenze aggiuntive date ad IPSE 2000 al termine della gara UMTS del 2000 quale nuove gestore entrante sul mercato. La dirigenza di IPSE 2000 non intende farsi carico delle spese aggiuntive che comporterebbero tali porzioni di spettro, per cui la decisione di ricorrere al TAR contro il Governo.

Intanto l’assemblea dei soci avrebbe deciso di dare in affitto la licenza UMTS almeno fino al 2021, data nella quale si tireranno le somme del mercato ed eventualmente si deciderà se vendere definitivamente le frequenze oppure rientrare in gioco direttamente. Per ora è, quindi, esclusa la vendita. Intanto, però, per attuare questo piano verranno licenziati quasi tutti i dipendenti attuali, con esclusione di 13 unità ritenute sufficienti per portare a termine la procedura di trading delle frequenze. Si attende l’incontro con rappresentati del Ministero e dei sindacati per porre le basi di questo progetto, alquanto infausto per i restanti dipendenti di IPSE 2000.

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