Cosa resterà del mondo tech dopo il Coronavirus? L’annullamento del Mobile World Congress è stato soltanto il primo grande segnale di qualcosa di importante che stava per accadere, ma già si guarda oltre per capire ad esempio come un gruppo del calibro di Apple potrà reagire alla situazione. Le parole – affidabili – dell’analista Ming-Chi Kuo puntano i riflettori proprio su questo aspetto, cercando di capire non soltanto che ne sarà dei progetti per gli iPhone 2020, ma anche per capire come Cupertino intenda ricalibrare i propri piani proprio alla luce di quanto sta succedendo a livello globale.
Apple ai tempi del Coronavirus
Il mondo tech non può più ignorare in alcun modo il Coronavirus: fin dal primo giorno l’impatto è stato alto a livello di salute pubblica, ma per certi versi l’economia ha tentato di fare spallucce per esorcizzare la paura di effetti collaterali su vendite e produzione. Dopo aver giocato per anni sul filo del punto percentuale, però, ecco infine la batosta: catene produttive ferme, domanda rallentata, economia improvvisamente congelata e borse al tracollo. Quando ancora non è ben definita la situazione a livello globale, si cerca ora però di capire quale possa essere la finestra temporale entro cui si uscirà dall’emergenza e si tornerà alla vita di tutti i giorni, ai ritmi produttivi tradizionali e al ritorno di fiamma della domanda di acquisto.
Apple deve fare i conti con una serie di problemi contingenti che si intrecciano indissolubilmente sulla strada degli iPhone:
- la domanda è in calo a livello globale, ma soprattutto in Cina: il mercato asiatico era un polmone fondamentale per Apple e quanto esploso a Wuhan può significare molto per i conti economici del gruppo nei prossimi trimestri;
- la supply chain su cui era basata la produzione dei melafonini è fortemente incentrata su partner cinesi, il che genera problemi in prospettiva tanto per l’approvvigionamento dei componenti, quanto per le soluzioni alternative in termini di assemblaggio;
- l’attenzione mondiale è rivolta ad altri aspetti, il che potrebbe sgonfiare il fascino delle nuove tecnologie per spostare altrove l’attenzione per i mesi a venire.
Secondo Kuo, ad esempio, le scorte del partner Genius Electronic Optical potrebbero durare ancora pochi mesi ed il ripristino della piena operatività non è previsto prima del mese di maggio: ciò significa che il tempo utile per la produzione di nuove ottiche potrebbe essere limitato e per l’iPhone 12 potrebbero dunque non esserci particolari novità su questo fronte. A ciò si aggiunga la chiusura delle linee di produzione LG Innotek, altro elemento coinvolto nei moduli fotografici della linea iPhone. Ad oggi non si prevedono ritardi sulla linea degli iPhone 5G, così come l’iPhone 9 dovrebbe giungere al traguardo entro il primo semestre dell’anno come previsto.
Trattasi però di una fotografia in divenire, poiché i problemi sul mercato sono esplosi in Cina, si sono estesi in Corea e Italia, ma solo oggi stanno deflagrando a livello internazionale (segnalata in queste ore la prima infezione a New York, mentre San Francisco ha già messo in quarantena centinaia di persone). Difficile dunque fare previsioni con ampi margini di sicurezza: quella descritta da Kuo è una situazione stabile, ma ulteriori difficoltà potrebbero portare a slittamenti o riduzione dei quantitativi in produzione.
Il Coronavirus sta per scompaginare i piani di gran parte del mondo tecnologico, tirando in ballo Facebook (annullata la conferenza F8), LG Display (produzione ferma), Google (annullata la Developer Conference) e molti altri ancora. Guardare a Apple significa guardare al gruppo con le spalle più solide e con la maggior capacità di reagire: ogni difficoltà per Cupertino può essere ostacolo insormontabile per altri, il che andrà a pesare fortemente su quella che sarà la stagione 2020 del mobile.
