Poco alla volta emergono i dettagli relativi alla piattaforma che Google e Apple stanno mettendo a punto per consentire il tracciamento dei contagi sul territorio ed aiutare così la sanità nella battaglia di isolamento sociale per rallentare il Coronavirus. Molte le discussioni relative alla sicurezza ed alla privacy di una soluzione similare ed è quindi del tutto legittima l’attenzione che da tutto il mondo si sta ponendo su questo progetto.
Apple e Google, requisiti, sicurezza e roadmap
In un dialogo con alcuni giornalisti, i tecnici dei due gruppi hanno indicato iOS 13 o superiori e Android 6 o superiori come requisiti minimi per poter installare un’app compatibile con la piattaforma. Ciò esclude dal progetto parte dell’utenza, perché iOS 13 è oggi su circa i 3/4 degli iPhone in circolazione (raggiungendo una quota raramente raggiunta prima, quindi con minimi margini ulteriori di crescita), mentre tra gli Android la compatibilità raggiunge pressoché la totalità dei terminali (poiché l’update arriverà tramite Google Play Services).
In termini assoluti la copertura è dunque del tutto ampia se è vero che solo il 25% del 27% degli utenti di tutto il mondo non potrà accedervi (il 5-6% circa dell’utenza globale). In termini generici si tratta di un’ottima penetrazione, con una capillarità tale da poter già restituire buoni risultati e che in tempi brevi potrebbe aumentare ulteriormente anche sulla scia dei propri stessi vantaggi per il singolo. Ben più preoccupante potrebbe essere la percentuale degli opt-out se la piattaforma non sarà in grado di assicurare su privacy e sicurezza, creando un muro tra chi non vuol essere tracciato e chi spera invece di cercare nel digitale una soluzione alla pandemia.
La piattaforma sarà abilitata a partire da metà maggio circa, aprendo così all’installazione delle prime app (ipotizzabili per giugno); entro i mesi successivi non serviranno ulteriori installazioni, poiché tutto sarà integrato nativamente nei sistemi operativi.
Sebbene la sicurezza totale non possa mai essere garantita, Apple e Google spiegano inoltre di essere al lavoro per blindare i dati tramite una forte crittografia, tramite l’elaborazione (e anonimizzazione) decentralizzata delle informazioni, tramite l’assenza di geolocalizzazione e molte altre accortezze che avranno lo scopo di alzare un’alta coltre protettiva attorno al sistema. Inoltre solo le autorità sanitarie potranno interagirvi, creando una ulteriore difesa. Altro aspetto interessante è quello dei falsi positivi, qualcosa che potrebbe generare non poco caos attorno alle notifiche in arrivo.
Una volta definito ogni dettaglio, tutto si ridurrà ad un’ultima fondamentale domanda: tu ti fidi di Apple e Google? Perché è attorno a questo interrogativo che saranno costruite le certezze di questo sistema, la sua penetrazione e quindi la sua attendibilità. Opt-in o opt-out? Dentro o fuori? Partecipare o starne fuori? Apocalittici o integrati?
Le risposte arriveranno entro l’estate.