Gli app store di Google e Apple potrebbero dover affrontare nuove normative in Australia: questo è quanto si evince da un recente rapporto trapelato online in queste ore.
L’Australia regolamenterà il predominio degli store virtuali
All’inizio di questa settimana, il garante australiano della competizione potrebbe presto fare in modo che Apple e Google affrontino il loro potere di mercato dominante con i loro negozi di applicazioni virtuali, vale a dire iOS App Store e Play Store.
Secondo un rapporto di Reuters, questi grandi giganti della tecnologia potrebbero avere delle regole e dei limiti se non apporteranno autonomamente modifiche in merito. Per chi non lo sapesse, sia Apple che Google hanno dovuto affrontare la pressione di vari governi in tutto il mondo a causa del loro principale dominio sul mercato. Entrambe le aziende addebitano agli sviluppatori e ad altre aziende una commissione su qualsiasi acquisto in app effettuato tramite le rispettive piattaforme applicative. Pertanto, questo potrebbe portare il governo australiano ad approvare regolamenti contro entrambe le società.
L’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha affermato che gli sviluppatori di app dovrebbero essere autorizzati a fornire ai clienti un metodo di pagamento alternativo. Inoltre, i dati raccolti da Google e Apple dovrebbero essere tenuti separati dalle loro operazioni. Allo stesso modo, l’ACCC ha persino esortato i giganti della tecnologia a consentire ai consumatori di modificare o rimuovere app preinstallate o persino predefinite.
Secondo il presidente dell’ACCC Rod Sims:
Abbiamo identificato una serie di aree in cui è richiesta un’azione e abbiamo presentato potenziali misure per affrontare aree di particolare interesse. C’è una finestra di opportunità per Apple e Google stessi per adottare misure per migliorare i risultati per sviluppatori e consumatori di app.
Sims ha inoltre aggiunto che l’ACCC esaminerà le modifiche alle leggi in altri paesi e altre proposte, ma “potrebbe essere necessaria una regolamentazione se Apple e Google non intraprendono misure per affrontare le preoccupazioni identificate“.