Durante una conferenza presso la Productivity Commission, il CEO di iFixit ha accusato alcuni colossi della tecnologia di ostacolare il diritto alla riparazione dei dispositivi. In particolare Kyle Wiens cita Apple, Samsung e Microsoft, accusandole di progettare i propri dispositivi in modo tale da impedire ad aziende di terze parti di effettuare riparazioni.
Inoltre, secondo Wiens, le suddette multinazionali stipulerebbero dei contratti di esclusiva con i produttori di componenti, che impediscono la vendita di alcuni pezzi di ricambio ad aziende terze. Il capo di iFixit analizza alcuni casi specifici, portandoli come esempio per avvalorare la sua tesi e basare le sue accuse su fatti concreti.
La prima ad essere accusata e Samsung, iFixit sostiene che la multinazionale limiti la possibilità di acquisto di alcuni pezzi di ricambio fondamentali, rendendo di fatto impossibile la riparazione di alcuni dispositivi.
“Abbiamo visto alcuni produttori limitare la nostra possibilità di acquisto di pezzi di ricambio. C’è un produttore tedesco di nome Varta che vende batterie ad una folta lista di aziende. Samsung usa queste batterie nelle sue cuffie wireless Galaxy, ma quando andiamo da Varta a chiedere di comprare quei componenti, ci viene detto ‘No, il nostro contratto con Samsung non ci consente di vendere quella componente’.“
In seconda battuta Wiens attacca Apple, la casa di Cupertino ha un comportamento simile a quello di Samsung, impedirebbe ai produttori di vendere alcuni pezzi di ricambio ad aziende di terze parti.
“C’è un particolare chip per la ricarica sul MacBook Pro, esiste una versione standard del componente e una realizzata da Apple, leggermente modificata, ma abbastanza da funzionare soltanto su questo dispositivo. Anche in questo caso il produttore è sotto contratto con Apple.“
L’accusa ad Apple non finisce qui, iFixit contesta anche la scelta di sbarazzarsi dei pezzi di ricambio necessari per riparare i dispositivi ormai fuori produzione. Per Wiens sarebbe più sensato rendere disponibili all’acquisto questi componenti, consentendo alle società di riparazione di reperirli senza alcuna fatica, ma Apple preferisce buttarli via.
L’ultimo colosso tech colpito dalle parole del CEO è Microsoft, in particolare si contesta il processo produttivo dei Surface Laptop di prima e seconda generazione, che hanno ottenuto un punteggio di riparabilità di 0 su 10. La scelta della casa di Redmond di incollare la batteria alla scocca, renderebbe inutilmente complessa la sostituzione di quest’ultima.
“Il Surface Laptop è stato valutato con uno zero. Aveva la batteria incollata, abbiamo dovuto tagliare alcune parti interne del prodotto, finendo per distruggerlo nel tentativo di riparazione.“
La commissione ha poi chiesto al fondatore di iFixit se la stampa 3D possa risolvere il problema di reperibilità dei pezzi di ricambio. Kyle Wiens ha spiegato che in parte iFixit sfrutta già la stampa 3D per alcuni componenti, ma soltanto il 2% delle parti può essere stampato.
Le pesanti accuse mosse da iFixit nei confronti di Apple, Samsung e Microsoft hanno spinto la Productivity Commission australiana a cercare di porre rimedio alla questione. Per evitare che i colossi tecnologici ostacolino il diritto alla riparazione dei dispositivi, è stata proposta l’introduzione di un sistema di etichettatura, in grado di catalogare i prodotti valutandone l’effettiva riparabilità.
Un sistema come questo consentirebbe ai consumatori di valutare l’acquisto di un dispositivo considerandone le eventuali possibilità di riparazione.