IFA2015: La notte del Gear S2

Il nuovo wearable Samsung sembra un vero e proprio orologio, ma nasconde un animo smart. In vendita da ottobre.

Una conferenza lampo quella che Samsung ha tenuto al Tempodrom della capitale tedesca, uno spazio di solito destinato ai concerti trasformato per una sera nel tempio della tecnologia indossabile. Con gli annunci di Note 5 e S6 Edge+ ormai alle spalle, tutta l’attenzione si concentra sul nuovo Gear S2: un prodotto per molti aspetti interessante, ma che sconta al lancio l'incognita del prezzo.

Samsung Gear S2
Samsung Gear S2 Classic

Innanzi tutto va detto che lo sforzo di Samsung di rendere il suo Gear S2 quanto più possibile simile a un comune orologio da polso è perfettamente riuscito: l'S2 Classic è il più stiloso dei due e può essere tranquillamente scambiato per un cronografo vecchio stile, ma ovviamente la differenza la fa lo schermo SuperAMOLED da 1,2 pollici piazzato sul frontale. La risoluzione non è da primato, 360×360 per la precisione, ma in ogni caso si vede davvero molto bene: soprattutto però è lo spessore a fare la differenza, visto che la versione Bluetooth raggiunge appena gli 11,4mm, che salgono a 13,4 per la versione 3G.

La versione base del Gear S2 è invece meno chic e più moderna, ma mantiene la stessa costruzione in acciaio del fratello gemello: a differenza dell'altro, pur mantenendo un certo grado di personalizzazione, monta però cinturini che almeno all'apparenza non sono identici a quelli di un normale cronografo, mentre la versione Classic può di fatto attingere allo sconfinato catalogo di orologeria tradizionale. A bordo il software è comunque identico, così come le watch-face, e vale la pena segnalare la presenza di S Healt per il monitoring dell'attività fisica, Nike+, le mappe, il meteo e un media player.

Anche Samsung, come altri prima di lei, sceglie di tentare la strada autarchica per la connettività del suo Gear S2: la particolarità è l'adozione della tecnologia eSIM, la SIM virtuale, che rende più semplice aderire a un'offerta mobile senza la complicazione di dover estrarre e inserire una scheda. Anche e soprattutto meccanicamente la questione è semplificata: non ci sono misure da rispettare, e la funzionalità della SIM può essere "nascosta" all'interno di un altro chip che svolga questo e molti altri compiti.

Samsung Gear S2 classic
Samsung Gear S2

Il punto forte del Gear S2, comunque, è ovviamente la lunetta che svolge un ruolo decisivo nell'interfaccia: ruotandola, assieme alla pressione dei due tasti presenti sul bordo della cassa, è possibile navigare all'interno di tutto quanto c'è a bordo del prodotto senza dover mettere il dito sullo schermo. Una buona idea, tutto sommato, visto che come dice la stessa Samsung con appena 1,2 pollici di diagonale un dito finisce per oscurare tutto o quasi lo schermo: a dirla tutta, lo zoom avanti e indietro di una mappa effettuato con la rotazione della ghiera risulta anche abbastanza naturale.

Sul piano tecnico occorre registrare la presenza a bordo di una CPU dual-core da 1GHz unita a 512MB di RAM e 4GB di storage: come ormai consuetudine per Samsung, il sistema operativo scelto è Tizen ma è garantita la compatibilità con tutti i terminali Android dalla versione 4.4 KitKat in avanti, purché abbiano a bordo 1,5GB di RAM. I soliti sospetti NFC, WiFi 802.11 b/g/n e Bluetooth 4.1 non mancano neppure questa volta (NFC fondamentale per Samsung Pay), e in più ci sono anche accelerometro, giroscopio, barometro, sensore di luminosità e cardiofrequenzimetro. Batteria da 250mAh per la versione solo Bluetooth, 300mAh su quella 3G, fino a 3 giorni di autonomia (ricarica wireless sulla base fornita nella confezione).

Samsung Gear S2
Samsung Gear S2

Dulcis in fundo, da segnalare la certificazione IP68 per resistenza a polvere e acqua. Resta invece da chiarire il prezzo: la buona notizia è che non ci dovrebbero essere differenze tra S2 ed S2 Classic, mentre la fascia a cui pare puntare Samsung è quella dei 399 euro. Pare che il mercato dei wearable si stia muovendo in questa direzione, quella dei prezzi crescenti, forse anche per cercare di garantire i margini necessari a tenere in piedi un business che sta iniziando a decollare solo in questi mesi. La notizia cattiva, almeno da un certo punto di vista, è che in Italia a ottobre arriverà soltanto la versione Bluetooth, e non ci sono (ancora) previsioni per quando quella 3G potrà essere sdoganata anche nel Belpaese.

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