I cellulari di fascia bassa ancora i più amati dai consumatori

A dispetto dei tanti servizi multimediali a valore aggiunto che gli operatori stanno affannosamente lanciando in questi ultimi mesi e dell'oramai

A dispetto dei tanti servizi multimediali a valore aggiunto che gli operatori stanno affannosamente lanciando in questi ultimi mesi e dell’oramai prossimo arrivo sul mercato dell’UMTS, i consumatori sono ancora quasi del tutto portati da due soli fattori importanti quando procedono all’acquisto di un nuovo cellulare: la marca ed il prezzo. Tutto ciò si rileva da uno studio di Strand Consult. Secondo la nota compagnia di ricerca, infatti, ancora oggi la maggioranza dei telefonini venduti sono modelli di fascia bassa, senza alcuna possibilità di utilizzare i nuovi servizi mobili a valore aggiunto, basilari per aumentare le entrate degli operatori.

Non è un caso se il telefonino più venduto al mondo è il Nokia 3310, che rappresenta perfettamente lo stereotipo del cellulare poco costoso, ma di marca ben conosciuta che piace ai consumatori. Dal punto di vista degli operatori queste preferenze sono una pessima notizia, perché se il 3310 poteva essere un telefonino all’avanguardia due anni fa, oramai è pressoché inutilizzabile per tutti i nuovi servizi.

A questo punto si deve pensare da parte dei gestori ad una nuova politica. In primis si dovrà rinunciare a fornire terminali di fascia bassa a prezzi irrisori o addirittura gratis quando si sottoscrive un abbonamento annuale o pluriennale, pratica molto diffusa in diversi paesi europei. Facendo ciò, infatti, ci si assicura un cliente per uno o due anni, ma i suoi limiti di spesa saranno molto bassi e quasi nulli per i servizi dati. Seconda cosa si dovrà far nascere nell’utente finale il bisogno di utilizzare i nuovi servizi, spostando l’attenzione dal cellulare al servizio mobile. Non deve essere importante il telefonino usato, bensì il servizio che si vuole fruire. Questa pratica è stata utilizzata con estremo successo in Corea del Sud ed ha portato in brevissimo tempo alla grande diffusione di cellulari multimediali, con un’impennata nell’utilizzo dei nuovi servizi a valore aggiunto.

L’esempio coreano è stato recentemente seguito da Vodafone in Europa col suo servizio Vodafone Live! dove l’attenzione è posta sulle applicazioni mobili fruibili, piuttosto che sui cellulari che possono essere acquistati per utilizzarli. Entro il 2005, il 32% delle entrate degli operatori sarà rappresentato dai nuovi servizi dati a valore aggiunto, per un giro di affari di circa 23 miliardi di Euro. Questo, però, sarà possibile solo se gli operatori varieranno le attuali politiche di marketing sul GPRS, aumenteranno l’importanza dei nuovi servizi WAP 2.0, favoriranno la diffusione degli MMS e del Java con politiche di prezzi bassi e di servizi specifici per gli utenti finali. Se così non sarà, ben difficilmente il nuovo mercato mobile potrà raggiungere i livelli di crescita preventivati, col rischio che molti operatori potrebbero giungere alla bancarotta.

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