Se PS5 è introvabile è anche colpa dei bagarini: sin dal lancio della console, avvenuto più di un anno fa, i cosiddetti scalper hanno approfittato della situazione difficile per acquistare quantitativi ingenti di unità per poi rivenderle a prezzi più che maggiorati a chi era disposto a spendere qualcosa di più pur di averla.
Ora però pare che la situazione gli si stia ritorcendo contro e il mercato non sta più sorridendo al fenomeno del bagarinaggio. Non si tratta in realtà di una novità, ma di un trend che continua dallo scorso settembre, quando un report pubblicato da Forbes ci aveva informato che le PS5 venivano rivendute già al 30% in meno rispetto a quanto non accadesse in precedenza.
Bagarini e PS5: un matrimonio non più fortunato?
Essere costretti a rivedere al ribasso i prezzi di rivendita è sicuramente indice che i guadagni stanno crollando e, in alcuni casi, alcuni bagarini hanno iniziato a perdere dei soldi.
Su StockX, un sito di rivendita lanciato per la prima volta nel 2016 e che inizialmente serviva a rivendere scarpe di ginnastica a prezzi rigonfiati, le PS5 venivano vendute a circa 1000 dollari ciascuna ad inizio nel 2021. A settembre si era già “scesi” a 700 dollari e il trend pare proseguire su questa linea.
Jesse Einhorn, economista senior del sito, ha spiegato che il numero di console vendute era rimasto abbastanza stabile: quello che è calato in modo evidente è stato il prezzo richiesto, che in certi casi ha portato a dei guadagni risicatissimi se non addirittura nulli per i bagarini. Reggono i prezzi di Xbox Series X, perché paradossalmente è stata rifornita meno rispetto PS5.
Naturalmente, non si tratta di un’operazione illegale, ma discutibile dal punto di vista etico: considerato che le console non sono generi di prima necessità non ci sono leggi che regolamentino il fenomeno, ma sicuramente farà piacere sapere a chi ancora non riesce ad acquistare una PS5 che il mercato, chiamiamolo così, del bagarinaggio sta entrando in difficoltà.