Huawei è praticamente morta e i suoi smartphone sono (quasi) spariti dal commercio. La gamma di device dell’azienda si è praticamente diradata sugli scaffali dei negozi e questo processo sembra essere oramai irreversibile. Tutti gli attacchi all’OEM cinese da parte dagli Stati Uniti hanno praticamente paralizzato il lavoro dell’azienda nel mercato degli smartphone; e hanno notevolmente complicato la creazione dei nuovi modelli.
Huawei: qual è il suo obiettivo?
Con il primo ban, il governo USA ha vietato la tecnologia Google sui device Huawei, e questo ha portato la compagnia cinese a incrementare lo sviluppo di un software alternativo.
Inaspettatamente, i cinesi hanno deciso di dimostrare che la vita senza Google è possibile (almeno sul territorio locale): hanno spinto per la creazione di un app store degno di nota (AppGallery) e hanno anche accelerato la creazione del proprio sistema operativo: presto vedremo i primi dispositivi con HarmonyOS.
La società è determinata e annuncia di voler installare il suo firmware a bordo di oltre 200 milioni di dispositivi nel corso dell’anno corrente. Sappiamo che anche prodotti di terze parti riceveranno il s.o. del marchio cinese.
Quale sia esattamente la posta in gioco, non lo possiamo ipotizzare, ma fonti cinesi riferiscono che un certo numero di costruttori sta esaminando seriamente l’adozione del sistema operativo di Huawei.
Ad oggi, sono sconosciuti i potenziali partner. Forse si tratta solo di piccole aziende locali che prendono di mira il mercato cinese e non si preoccupano affatto dei servizi di Google. Anche se, in precedenza, si parlava di diversi fornitori che hanno mostrato interesse per HarmonyOS e hanno persino creato un team per studiare la possibilità di installare il software sui propri dispositivi.
È interessante notare che ieri è apparsa la notizia che Huawei intende estendere il supporto del sistema operativo proprietario con le piattaforme Qualcomm e MediaTek. E se questo dovesse rivelarsi veritiero, i cinesi potrebbero adattare il proprio lavoro con SoC di terze parti. In questo caso, sì: la compagnia potrebbe seriamente proporre una valida alternativo ad Android con i servizi GMS, almeno per il mercato locale.
Naturalmente, ci sono molti “se“, in questo caso. Molto dipenderà dal tipo di prodotto a cui intende rivolgersi Huawei; non di meno, bisognerà capire quali vantaggi e preferenze offrirà alle aziende locali per il passaggio ad Harmony OS. Inoltre, le autorità cinesi potrebbero anche dare un contributo significativo.