Secondo quanto si evince in rete, sembra che Huawei voglia ridisegnare l’intero mercato degli smartphone, rendendolo di fatto, molto diverso da com’è oggi. Ovviamente, questo settore è estremamente competitivo; dato che è enorme, tutti vogliono prendere la propria fetta di torta e grazie ai piccoli brand cinesi come Realme, Redmi, Vivo, oggi ci sono tanti protagonisti sulla scena. Prima di questo momento invece, c’era sola la sacra triade: Apple, Huawei e Samsung e sembra proprio che, in futuro, si tornerà a questa classica formazione.
Huawei in crollo, ma tanti nuovi brand emergono
Tra questi, Huawei è un gigante tecnologico di prim’ordine con sede in Cina e ha chiaramente sconvolto la situazione nel mercato degli smartphone. Ma questa tendenza al rialzo rischia di essere frustrata dalle relazioni con i fornitori. A causa dei ban statunitensi, Huawei sta precipitando al suolo e, molto probabilmente, i rivali Samsung e iPhone, trarranno nuove opportunità da questo stallo. Dopo il 15 settembre dello scorso anno, molte persone credevano che il business degli smartphone di Huawei sarebbe stato influenzato in una certa misura. Come ben saprete, il colosso cinese non può utilizzare alcun prodotto americano nei suoi smartphone.
Prima di questo, Yu Chengdong di Huawei aveva anche affermato che il chip Kirin 9000 sarebbe stato il “canto del cigno“. Pertanto, anche la società stessa ha creduto che si sarebbe ritirata presto dal mercato degli smartphone. Poi però, il piano segreto è uscito allo scoperto.
Il piano B: Honor!
Per consentire alla sua attività di smartphone di rimanere in vita, Huawei ha preso una decisione molto forte e controversa: a novembre dello scorso anno, ha infatti venduto il suo sub-brand Honor così da slegarlo e lasciarlo “libero” di agire senza i problemi della casa madre.
Huawei spera che la sua ex consociata torni presto in vetta. Di recente, infatti, la compagnia ha annunciato il suo primo smartphone dopo l’indipendenza: Honor V40 5G. Inoltre, è stato immediatamente messo in vendita, dimostrando che l’OEM cinese era completamente preparato per questo lancio. Non sorprende che il telefono abbia registrato – sin da subito – ottime vendite in Cina. In soli 3 minuti e 46 secondi si è ottenuto il “sold-out“.
La seconda notizia è che Honor ha ripreso la collaborazione con una serie di grandi fornitori, tra cui MediaTek, Qualcomm, Samsung, Intel, ecc. Ciò significa anche che la catena di fornitura dei chip di Honor è stata completamente ripristinata; d’altronde, possiamo vederlo chiaramente dal flagship presentato, considerato che sfoggia il chip MediaTek Dimensity 1000.
Il numero di produttori di smartphone è quindi, in aumento. Inoltre, è diviso in due campi: da un lato troviamo Android e dall’altro Apple. Per quanto concerne il mercato cinese, questo è stato monopolizzato da Google. Quindi, quando il governo degli Stati Uniti ha bandito Huawei e non le ha permesso di utilizzare software e hardware americani, Huawei ha dovuto realizzare il terzo sistema: Harmony OS.
L’anno scorso, Huawei ha dichiarato che i suoi futuri device sarebbero stati equipaggiati dal nuovo firmware. Ci sono tutte le ragioni per pensare che il mercato dei dispositivi mobili verrà riscritto dall’ex colosso della telefonia. Staremo a vedere.