Secondo quanto appreso da Nikkei, Huawei Technologies vivrà il 2021 all’insegna di una compressione ulteriore (ed estremamente sostanziosa) della propria produzione di smartphone. Quello che era ormai a buon diritto uno dei brand più prestigiosi al mondo per la produzione di telefoni di fascia medio-alta, infatti, dovrà fare i conti con le restrizioni imposte dagli USA e si troverà a giocare in un terreno estremamente scomodo ancora una volta ed ancor più seriamente che non in passato.
Huawei, 2021 annus horribilis
Secondo quanto emerso, infatti, il gruppo avrebbe ordinato componenti per una produzione di 60-70 milioni di dispositivi contro i 189 milioni venduti nel 2020 (anno che già rifletteva le difficoltà dovute alla pandemia ed al primo intenso giro di vite firmato Donald Trump. La caduta, quindi, potrebbe arrivare ad essere superiore al 60% anno-su-anno, risultato di una tempesta perfetta scagliatasi sul gruppo cinese.
Se c’è una cosa su cui Trump e Biden erano sostanzialmente d’accordo, questo è quanto contenuto nel fascicolo sulla Cina: Huawei è rimasta inghiottita in questa guerra geopolitica ed il gruppo è sceso dapprima al terzo posto tra i principali produttori mondiali (dietro Apple e Samsung), ma ora la caduta potrebbe proseguire ulteriormente durante l’annata in corso. Gruppi come Xiaomi, Oppo e realme sono in piena crescita e potrebbero dunque scalzare il brand che fin qui si era distinto non solo in eccellenza produttiva, ma anche in termini di capacità di penetrazione del mercato occidentale.
Huawei, in particolare, avrebbe la strada sbarrata sul fronte del 5G, dovendo quindi muoversi con le mani legate proprio nell’ambito su cui il gruppo più aveva investito. Dagli Stati Uniti sono arrivati nel frattempo aperture di dialogo, ma non certo segni di disgelo. Per Huawei, quindi, si apre un 2021 che, paradossalmente, potrebbe essere ben più nero di quanto non lo sia stato un anno di pandemia internazionale.