Il recente smontaggio del nuovo Huawei MatePad Pro, mostra come il colosso cinese abbia ridotto drasticamente la sua dipendenza dai componenti fabbricati negli Stati Uniti e abbia diversificato la catena di approvvigionamento in base alle restrizioni statunitensi.
MatePad Pro: 1148 dal Giappone
Un rapporto inerente allo smontaggio dell’Huawei MatePad Pro in versione Wi-Fi e proveniente dalla Cina ci ha rivelato qualcosa di veramente interessante. Pare, infatti, che la superpotenza orientale abbia abbia utilizzato per il suo nuovo tablet solo il 2% di componenti fabbricati negli USA. In tutto sono 28 i componenti americani nel device – la maggior parte costituiti dai circuiti integrati nell’alimentatore -, il 4,6% della cifra complessiva dei pezzi utilizzati per questo tablet.
Il dispositivo conta su un totale di 1411 componenti, di cui 1148 (l’81,4%) provenienti dal Giappone, che costano il 4,6% del prezzo totale del MatePad Pro. Se ve lo state chiedendo, anche i sensori della fotocamera sono made in Japan.
Naturalmente, i componenti cinesi utilizzati in questo tablet rappresentano il 15,9% del totale e costano circa il 71% del prezzo complessivo delle unità. La Cina, in questo caso, compre i componenti relativi al chipset, i pezzi non elettronici, i connettori e il display.
Il resto è stato fornito da aziende sudcoreane – tre componenti importanti tra cui i chip di memoria, il 15,7% dal costo totale e lo 0,2% della quota dei componenti – e altri Paesi – 7 componenti, circa lo 0,5% della quota totale spesa per le parti del MatePad Pro -.
Per chi non lo sapesse, ricordiamo che Huawei MatePad Pro è stato lanciato a maggio, è un ottimo device ed è disponibile in Italia nella configurazione 6GB+128GB con prezzo pari a 549,9 euro. Viene fornito con un display da 10,8 pollici, chipset Kirin 990, fotocamera posteriore da 13 MP, batteria da 7250 mAh e selfie camera frontale da 8 MP.