La potenza tecnologica cinese Huawei ha vissuto un periodo turbolento con diverse battute d’arresto dopo che gli Stati Uniti hanno imposto severe restrizioni ai fornitori statunitensi dell’azienda fin dal mese di maggio del 2019. I ban erano mirati a interrompere la traiettoria di crescita dell’azienda, con Washington che accusava esplicitamente il colosso della tecnologia asiatica di svolgere attività di spionaggio per il governo cinese.
Huawei: lo sviluppo di un software proprietario è la chiave per la ribalta
Il fondatore di Huawei Ren Zhengfei, in una nota interna al personale dell’azienda, ha lanciato il guanto di sfida all’azienda incoraggiandola a fornire leadership al mondo tramite lo sviluppo del software. Huawei ha continuato a perseguire il suo sviluppo e la sua crescita bypassando le sue operazioni hardware originali che sono state bloccate dalle sanzioni statunitensi.
Il contenuto della nota interna, visionata da Reuters, è una chiara indicazione della nuova direzione su cui l’azienda intende concentrarsi. Ren aveva notato che l’0OEM cinese si stava concentrando sullo sviluppo del software perché il successo sul campo taglierà la massiccia influenza esercitata dagli Stati Uniti e garantirà indipendenza e autonomia.
Di fatto, abbiamo già visto il sistema operativo HarmonyOS, sviluppato internamente dall’azienda sulla scia del blocco statunitense. Altre soluzioni software includono il sistema di intelligenza artificiale cloud Mindspore e prodotti IT simili. Il nuovo approccio sarà guidato dall’open source e Huawei continuerà a perseguirne la creazione e la distribuzione.
L’obiettivo è ovviamente quello di aggirare completamente gli Stati Uniti e i loro alleati nell’implementazione di soluzioni software per le loro operazioni. Ciò limiterebbe l’influenza e l’interferenza del governo degli Stati Uniti. Secondo il founder di Huawei, una volta che la società sarà in grado di dominare l’Europa, l’Asia Pacifico e l’Africa, ci sarà una reciprocità di restrizioni tra le due parti.
Questa sembra una buona mossa in quanto non sembra esserci alcun segno di tregua in vista per la compagnia cinese da parte delle autorità americane. L’attuale amministrazione statunitense non ha fatto ancora alcuna concessione dopo che l’ex presidente Donald Trump ha imposto le restrizioni.