L’azienda cinese Huawei ha brevettato un altro smartphone pieghevole a forma di libro e dotato di un display flessibile. Il device si distingue per il suo design insolito legato ad una fotocamera multi-modulare.
Huawei: il pieghevole che vorremmo
Le immagini prototipali del dispositivo sono disponibili sul sito web dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) e sono state scovate dai colleghi di 91mobiles.
Lo smartphone ha un grande schermo flessibile che si piega verso l’esterno. Una volta aperto, il dispositivo sarà in grado di funzionare come un piccolo tablet.
Sul retro ci sarà una fotocamera contenente quattro sensori. Il blocco sporgerà in modo significativo rispetto al resto della scocca. Per ridurre lo spessore del dispositivo piegato, Huawei suggerisce di utilizzare un notch di fronte alla fotocamera nella seconda metà del case. Così facendo, una volta piegato, il modulo sporgente si nasconderà al suo interno.
Si noti inoltre che la telecamera potrebbe avere diverse configurazioni: di fatto i sensori potranno essere impilati verticalmente o organizzati sotto forma di matrice 2 x 2.
Dallo scorso anno Huawei ha perso il diritto di acquistare chip per smartphone da produttori che utilizzano apparecchiature o tecnologie americane, ossia da tutte le principali compagnie taiwanesi e non solo.
Oggi si è saputo che Hubble Technology Investment, società di proprietà di Huawei, è diventato il nuovo azionista del produttore cinese di chip Shanghai Akasi Microelectronics Technology.
Secondo i registri pubblici, l’attività di Shanghai Akasi Microelectronics Technology comprende sviluppo tecnologico, consulenza tecnica, servizi tecnici, trasferimento tecnologico, sviluppo software, vendita di software, produzione di circuiti integrati e sviluppo del design. La società è stata fondata nel maggio dello scorso anno.
È evidente che Huawei sta espandendo costantemente la sua presenza nel settore della produzione di chip. Tuttavia non ci sono prove che Shanghai Akasi Microelectronics Technology produrrà SoC per i telefoni dell’OEM cinese. Per concludere, il portale di AsiaNikkei ha scoperto che la società ha investito in altre dieci realtà legate alla produzione dei chipset. Il colosso tecnologico cinese ha rifiutato di commentare la sua strategia di investimento.