Un po’ a sorpresa, e senza per il momento alcuna ufficialità, Huawei ha rilasciato – attraverso l’ultimo aggiornamento dei suoi HMS (Huawei Mobile Services) – le sue API dedicate al contact tracing. Non ci si aspettava una mossa del genere, che tuttavia apre la strada alla possibilità che anche gli smartphone Huawei HMS possano supportare applicazioni come Immuni. Per il momento però, non c’è alcuna certezza.
Huawei: le API per contrastare il COVID-19 ci sono
Sebbene non ci sia stata ancora alcuna conferma, sulle pagine di supporto ufficiali – dedicate alle nuove API – c’è tutto quello che serve per capire come funzionano:
“(le API) forniscono servizi di tracciamento dei contatti tutelando la privacy degli utenti dei dispositivi Huawei. L’API utilizza la tecnologia Bluetooth a bassa energia (BLE) per rilevare i dispositivi vicini, scambiare dati con i dispositivi rilevati e registrare i contatti con le informazioni dell’utente rese anonime.”
Non solo, viene anche sottolineato in quale modo la privacy degli utenti viene tenuta al sicuro:
- Gli utenti possono determinare se abilitare Contact Shield, se caricare identificatori anonimi sul cloud e se ottenere i risultati della diagnosi da soli.
- L’uso di identificatori anonimi non registra né memorizza alcuna informazione personale come le posizioni degli utenti. Questi identificatori verranno archiviati per 14 giorni.
- Dopo che un utente ha disinstallato l’app, i dati storici dell’utente memorizzati sul dispositivo verranno eliminati. Un utente può anche eliminare manualmente tutti i dati storici.
- Solo gli sviluppatori autorizzati dai governi e rigorosamente valutati da Huawei possono utilizzare le API di Contact Shield per sviluppare app.
- Huawei firmerà un ulteriore contratto di servizio che stabilisce i requisiti di protezione della privacy degli utenti con sviluppatori idonei.
Non è ancora chiaro cosa accadrà adesso, ma c’è un piccolo indizio: di fatti, sul portale ufficiale di Immuni c’è scritto che l’applicazione sarà presto disponibile anche su Huawei AppGallery. Inizialmente si è pensato che la stessa sarebbe comunque stata riservata ai soli smartphone Huawei dotati di Google Mobile Services (e quindi delle API di tracciamento dei contatti rilasciate da Google). Tuttavia, adesso si apre un nuovo scenario: Immuni potrebbe essere compatibile con le API del colosso cinese?
La soluzione di Huawei si basa sullo stesso framework, rilasciato dallo stesso Google a disposizione di altri sviluppatori, delle API di Big G e – quindi – è potenzialmente compatibile con i sistemi del colosso delle ricerche e di Apple? Non si sa, sono tutti interrogativi ai quali Huawei deve ancora rispondere ufficialmente.