Honor 20: il nostro test della macro camera

Abbiamo messo alla prova il sensore di Honor 20 dedicato esclusivamente agli scatti con messa a fuoco ravvicinata: ecco come lavora il Super Macro.
Honor 20: il nostro test della macro camera

Abbiamo in test Honor 20 da qualche giorno ormai, stiamo provando il dispositivo sotto ogni punto di vista: ovviamente, non potevamo tralasciare il comparto fotografico, che su questo device è molto particolare poiché dotato di ben quattro fotocamere. La quarta camera è un sensore da 2MP, che si occupa solo ed esclusivamente di realizzare macro: una trovata di marketing oppure Honor 20 fa realmente quello che promette? Abbiamo messo alla prova il sensore per qualche giorno e siamo pronti a darvi una risposta.

Honor 20 e gli scatti Super Macro

Il sensore che Honor 20 utilizza per scattare le foto con super macro è posizionato accanto ai tre principali, che sono allineati verticalmente in alto a sinistra. Si tratta di una camera da 2MP con apertura focale f/2.4 con messa a fuoco fissa. La modalità Super Macro non si attiva automaticamente quando il software della fotocamera rileva il tentativo di mettere a fuoco un oggetto a distanza ravvicinata: in questo caso, il device si serve dei sensori standard per tentare di realizzare lo scatto.

Per abilitare il sensore da 2MP dovrete scegliere l’apposita modalità Super Macro dalle opzioni aggiuntive: è vero, non è una novità, l’abbiamo vista per la prima volta su Huawei Mate 20 Pro. Tuttavia, il flagship presentato nel 2018 sfruttava il sensore principale per realizzare scatti ravvicinati, mentre su Honor 20 la modalità viene utilizzata servendosi dell’apposito sensore da 2MP.

Come anticipato, la messa a fuoco è fissa: per capire qual è il miglior punto di fuoco, il software vi aiuterà ricordandovi di stare più o meno a 4 centimetri di distanza dal soggetto (o dall’oggetto) protagonista della foto. Abbiamo provato innanzitutto gli scatti all’aperto, di giorno: i risultati sono stati decisamente soddisfacenti, dopo aver preso la mano con la regolazione del fuoco, ovviamente.

Siamo passati poi in ambienti chiusi, con illuminazione sufficiente, e la qualità ha iniziato a calare: gli scatti sono ancora accettabili, ma il rumore è salito parecchio.

Infine, abbiamo provato gli scatti in macro in situazioni ancora più complesse: in ambienti chiusi e con scarsissima illuminazione. I risultati erano decisamente mediocri. Le foto sono risultate piene di rumore, ma non ci siamo meravigliati più di tanto: il tipo di sensore ha un’apertura focale parecchio piccola (vi ricordiamo, f/2.4) dunque in grado di catturare poca luce. Il sensore macro di Honor 20 è progetto per garantire l’effetto “WOW" in scenari come il primo che abbiamo descritto, ovvero con molta luce e – ancora meglio – all’aperto.

Giudizio complessivo

Dopo le nostre prove siamo dunque pronti a rispondere alla domanda posta all’inizio: il sensore dedicato alle macro è solo una trovata di marketing? Secondo noi no, quando imparerete e conoscerne potenzialità e limiti sarete in grado di realizzare delle macro molto interessanti. Sia chiaro, niente di minimamente paragonabile a quello che potrebbe realizzare una fotocamera con un obiettivo dedicato, ma paragonando i risultati a quelli ottenibili con altri smartphone non possiamo che ritenerci soddisfatti.

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