È ancora fresca la sentenza del giudice Lucy Koh secondo cui Samsung è obbligata a pagare 929.8 milioni di dollari ad Apple per violazione di brevetti.
Si apre ora la seconda fase della causa che vede nuovamente uno contro l’altro i due colossi della tecnologia che, ironia della sorte, nel frattempo continuano a stipulare accordi di partnership per la realizzazione di componenti e semilavorati.
Secondo un documento datato 23 gennaio ed acquisito da Foss Patents, al processo che si aprirà il 31 marzo alla United States District Court for the Northern District of California, Apple sarebbe pronta a chiedere a Samsung una royalty pari a 40 dollari per ogni device venduto (smartphone o tablet) la cui produzione avrebbe infranto uno o più dei cinque brevetti di proprietà di Apple su ricerca unificata, sincronizzazione dei dati, slide-to-unlock, funzione per chiamare un numero di telefono “tappando” sul display e l’auto-completamento delle parole sulla tastiera.
È curioso pensare come nel 2010, anno precedente all’apertura delle ostilità in tribunale, Apple abbia offerto a Samsung la licenza dell’intero pacchetto di brevetti per 30 dollari a device, ricevendo il rifiuto da parte dell’azienda sud coreana.
Ogni tentativo di mediazione tra Apple e Samsung è finora fallito, e ne è una prova la sentenza recentemente confermata che prevede la pena pecuniaria di circa 930 milioni di dollari che Samsung dovrà pagare all’azienda di Cupertino.