Google può mantenere il Play Store chiuso alla concorrenza, per ora

In seguito alla decisione del giudice James Donato, che ha accolto la richiesta di una sospensione della sentenza per la causa contro Epic.
Google può mantenere il Play Store chiuso alla concorrenza, per ora

C’è un’importante novità sulla battaglia legale tra Google ed Epic. Nelle scorse ore l’azienda di Mountain View ha ottenuto dal giudice James Donato la sospensione amministrativa temporanea della scadenza del 1° novembre, data a partire dalla quale Google avrebbe dovuto aprire il Play Store agli app store Android di terze parti, come scritto nella sentenza emessa non più tardi di dieci giorni fa.

Tale pausa ha lo scopo di consentire alla Corte d’appello di accogliere la richiesta dell’azienda statunitense di una sospensione più lunga, con Google che punta a ottenere una pausa per tutta la durata del processo d’appello, che potrebbe durare un paio d’anni. Riguardo a ciò, il giudice distrettuale ritiene probabile l’accoglimento della richiesta di Google da parte del tribunale superiore.

A riportare per primi la notizia sono stati i colleghi di The Verge, che hanno ottenuto la conferma direttamente dalle due aziende interessate. La decisione del giudice consente quindi a Google, almeno per il momento, di mantenere il Play Store chiuso alla concorrenza.

Sulla carta, le conseguenze della sospensione amministrativa appena decretata sono significative. Google potrebbe infatti riuscire ad evitare di dover aprire il suo store a terze parti per tutta la durata dell’appello.

In assenza della sospensione decisa in queste ultime ore, la sentenza di inizio ottobre avrebbe avuto degli effetti immediati, tanto per i consumatori quanto per gli sviluppatori. Ad esempio, Microsoft aveva già confermato che avrebbe consentito sia l’acquisto che la riproduzione di giochi nell’app Xbox per Android, mentre Epic aveva annunciato che a partire dal 2025 avrebbe portato Epic Games Store su Google Play.

Ora la palla passa dunque ai giudici del cosiddetto «Nono circuito» (negli Stati Uniti le Corti d’appello, che svolgono il ruolo di arbitro finale nella stragrande maggioranza dei casi federali, sono suddivise in 11 circuiti, ed il nono è quello con il maggior numero di giudici d’appello, ndr), chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di Google di ottenere una sospensione più lunga, tale da coprire l’intera durata del processo d’appello. E fino ad allora, il Play Store non subirà alcuna modifica rispetto a come l’abbiamo sempre conosciuto.

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