Cresce a dismisura il numero di app dannose individuate e bloccate da Google nel proprio Play Store, sistema per la ricerca e l’installazione di applicazioni mobile presente di default sui dispositivi Android. Nonostante il notevole impegno profuso dall’azienda, però, le azioni intraprese da Big G non sono ancora sufficienti a proteggere completamente i dispositivi Android.
Il colosso delle ricerche sul Web ha infatti incrementato notevolmente il proprio impegno nella lotta contro gli sviluppatori malintenzionati, tuttavia appare evidente come ci sia ancora molta strada da percorrere per garantire la completa sicurezza dei dispositivi mobile Android e la massima protezione della privacy dei loro utilizzatori.
Play Store senza malware
Ad evidenziarlo è un post pubblicato proprio sul blog degli sviluppatori Android, secondo il quale ci saranno sempre degli hacker che continueranno a cercare di eludere i sistemi sempre più complessi di Google, cambiando le loro tattiche e nascondendo i cattivi comportamenti volti a violare la sicurezza e la privacy degli utenti.
Ma allo stesso tempo gli sviluppatori Android annunciano di aver compiuto progressi concreti non solo per ripulire il Play Store dai malware, arrivando a bloccare gran parte delle applicazioni potenzialmente dannose direttamente alla fonte, ma anche impedendo loro di entrare nel mercato digitale.
Google Play Protect
Ogni giorno da parte del team del Google Play Protect vengono scansionate più di 50 miliardi di app, in più si lavora sui permessi, rendendoli più restrittivi. Rispetto al 2017, nel 2018 è aumentato del 55% il numero di invii rifiutati, mentre le sospensioni di app sono cresciute del 66%, passando da 700.000 a 1.162.000. Un risultato frutto di una virtuosa combinazione di sforzo umano e tecnologia di apprendimento automatico, in molti casi si tratta di algoritmi utilizzati anche per altre applicazioni di Google, come Gmail.
Il consiglio del team Google Play Protect è di scaricare le App sul proprio smartphone scegliendole sempre dal PlayStore, azione che offrirebbe otto volte meno probabilità di scaricare malware (-80%) rispetto al download da “altre fonti”.