Ormai la presenza del jack audio da 3,5 mm per le cuffie nei moderni smartphone non è affatto scontata, ma alcuni produttori come Google hanno deciso di mantenere (o reintrodurre) questa caratteristica nei propri device. È il caso dei Google Pixel 3a. A quanto pare la decisione è stata piuttosto dibattuta. A svelarlo la product manager Soniya Jobanputra, che in un’intervista effettuata nel corso dell’evento I/O 2019 e pubblicata su YouTube ha spiegato cosa si nasconde dietro questa scelta.
Jack audio: le ragioni del sì
Fondamentalmente, trattandosi di smartphone di fascia media, è prevalsa la teoria secondo la quale l’utente che sceglie di comprare un device di questo prezzo ha bisogno della flessibilità offerta da un jack per cuffie con filo. L’implicazione di questa affermazione è che, invece, i clienti che puntano su telefoni di fascia alta si orientano solitamente su tipologie di auricolari più evolute e costose, senza fili o dotati di connettori USB.
Tra le altre motivazioni elencate dalla manager anche la volontà di ridurre gli sprechi, consentendo agli utenti di conservare e utilizzare le cuffie con filo già in loro possesso. Anche qui sembra che Google abbia pensato di fornire ai consumatori la possibilità di non dover spendere altri soldi per acquistare nuovi accessori. Appare tuttavia utile ricordare che la cifra chiesta da Google per questi device non è certo irrisoria: i Google Pixel 3a hanno prezzi a partire da 379 euro.
Jack audio: le ragioni del no
In ogni caso la percezione che sembra trapelare dalle parole della manager è che Google ritenga il jack audio una caratteristica da medio di gamma e destinata a sparire. Con i flagship il produttore intende invece sperimentare nuove soluzioni, nella convinzione che le alternative siano il futuro, passino tramite Bluetooth o da cavi USB-C.