Sin dal suo lancio Google Maps si è dimostrato di essere
uno dei strumenti più utili per i dispositivi Android. Google è stata sempre
attenta ad aggiornare il suo servizio di mappe: in occasione della conferenza I/O e a due mesi dall’annuncio della Places
API, disponibile in beta per gli sviluppatori mobile, Google ha ufficialmente
lanciato la release per iOS.
GMaps
Oltre all’estensione dei servizi sul traffico ad altre
città, come Città del Messico e alcune città dell’India, l’app Maps di Google
prevede ora il funzionamento in modalità offline. Fino ad ora era solo possibile
salvare porzioni di mappe, ma con i nuovi aggiornamenti sarà possibile eseguire
ricerche di luoghi nelle mappe offline, oltre ad ottenere orari di apertura e
chiusura di esercizi.
La navigazione turn-by-turn funziona ora in modalità offline, consentendo agli utenti di
viaggiare all'estero potendo fare affidamento su Google Maps quando
necessario anche in assenza di una connessione dati, o agli utenti con piani
dati limitati di non consumare traffico per la navigazione delle mappe. L'aggiornamento
turn-by-turn dovrebbe essere disponibile entro fine anno.
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Per quanto concerne la Places API, questa consente agli
sviluppatori di aggiungere dati di localizzazione alle proprie applicazioni avendo
accesso ai database di Google. Anziché essere costretti ad ragionare in termini
di coordinate (latitudine/longitudine), gli sviluppatori possono attribuire
nomi reali ai posti, nei loro servizi di mappe, tra cui nomi di ristoranti, di hotel
ecc. I dati possono includere nome, indirizzo, numero di telefono, sito web e
altre informazioni chiave.
In sostanza gli sviluppatori di App possono ora permettere
ai propri utenti di individuare una posizione specifica, di usare il
completamento automatico durante la digitazione dei toponimi. Gli sviluppatori
possono inoltre aggiungere manualmente luoghi rilevanti per uno specifico
gruppo di utenti.
L'API, inizialmente a disposizione degli sviluppatori web ed
in seguito a quelli Android, è ora completatmente aperta anche agli sviluppatori iOS, fino ad
ora costretti a subire il marchio "beta".