Google: bannate le kids-app che violano la privacy

Stando a quanto comunica il portale di TechCrunch, sembra che Google abbia rimosso una serie di app per bambini che violavano le norme sulla privacy.
Google: bannate le kids-app che violano la privacy

Non è sempre facile per i creatori di app evitare di violare la privacy dei bambini e alcuni di questi sviluppatori lo stanno imparando in prima persona. Il portale di TechCrunch ha appena riferito che Google ha rimosso Princess Salon, Number Coloring e Cats & Cosplay. Queste applicazioni presenti sul Play Store, ad oggi, avevano accumulato complessivamente ben 20 milioni di download.

Google: una nuova stretta contro gli sviluppatori non in regola

L’operazione è avvenuta dopo che l’International Digital Accountability Council (IDAC) ha scoperto che i software violavano le norme di raccolta dati di Google. Tuttavia, non è stato il codice specifico delle app che ha portato alle rimozioni quanto, piuttosto, i framework che li hanno alimentati.

Le applicazioni infatti, utilizzavano versioni di Unity, Appodeal e Umeng, le cui versioni del kit per sviluppatori raccoglievano informazioni su ID Android e ID pubblicità Android (AAID). Se un’app invia l’AAID insieme ad altri dati (incluso l’ID Android) si violano le normative in materia di privacy di Google. Questo è un grosso problema per tutti i software che sono destinati ad un pubblico pre-adolescente (bambini, dunque). Il presidente dell’IDAC Quentin Palfrey non ha ha reso noto invece, se tali app avessero violato la privacy di utenti nella controparte su iOS.

Ora il colosso di Mountain View ha affermato che “intraprenderà un’azione” (di rimozione, n.d.r.) ogni volta che scoverà un’app che viola tali regole. L’azienda ha così dichiarato: “Queste app hanno infranto la regola base che vietava l’uso di kit per sviluppatori non approvati per i servizi destinati ai bambini“, aggiungendo che è al lavoro su nuove procedure volte a risolvere situazioni spinose come questa.

Ad ogni modo, questa non sembra essere stata una violazione intenzionale e almeno due degli sviluppatori (Creative Apps e Libii Tech) hanno ancora altre app disponibili sul Play Store.

Fonte: DigitalWatchDog

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