La società statunitense di analisi Flurry ha pubblicato un report sul tempo passato dagli americani sullo smartphone. Le informazioni sono state elaborate facendo uso di un campione geograficamente circoscritto proveniente da un database costituito da 1.3 miliardi di device in tutto il mondo ed attraverso il monitoraggio di circa 400 mila applicazioni.
Nel caso specifico, la ricerca si è incentrata sul comportamento delle persone residenti negli Stati Uniti, ed è emerso come il tempo passato a "giocare" con il proprio smartphone sia di 2 ore e 42 minuti al giorno, pressoché invariato rispetto al 2013.
Il tempo passato sulle app è incrementato dall’80% del 2013 all’86% dei primi mesi del 2014, equivalente a 2 ore e 19 minuti.
Il restante 14% (22 minuti) del tempo giornaliero passato in compagnia del proprio telefono viene impiegato per la navigazione, rendendo il web “una singola applicazione che nuota in un mare di applicazioni”, come descritto nel blog di Flurry, “denigrandolo” così ad una delle tante cose che si possono fare con un dispositivo mobile.
Andando ad interpretare con maggiore dettaglio il tempo passato sulle app, si osserva come principalmente siano i giochi ad attrarre l’utente medio, su cui si spende il 32% del tempo quotidiano, seguiti a breve distanza dalla messaggistica e dai social network con il 28% (il solo Facebook contribuisce con il 17%).
Le applicazioni destinate all’intrattenimento, tra cui Youtube, sono utilizzate per l’8% del tempo giornaliero, con la stessa percentuale registrata anche per l’uso delle utility app.
I dati presentati da Flurry risultano di fondamentale importanza per le realtà che intendono investire con la propria pubblicità sulla rete: ne è una prova la volontà da parte di Facebook di espandersi sempre più e di raggiungere il maggior numero di persone nel mondo attraverso le recenti acquisizioni di Instagram e Whatsapp.
Capire quanto tempo le persone passano su un’applicazione porta gli investitori ad indirizzare nel miglior modo possibile le risorse finanziarie destinate all’advertising.
A tal proposito, considerando il calo registrato nel tempo passato sul browser per la navigazione web e l’incremento nell’uso delle app, alcuni analisti ritengono che i ricavi provenienti dalla vendita di estensioni in-app supereranno definitivamente i ricavi generati dal display advertising, tra cui banner e pop-up, entro il 2017.