Come Google Maps ha contribuito all'arresto di un latitante dal 2002

La curiosa vicenda che vede Google Maps correre in aiuto dell'autorità per portare all'arresto del latitante Gioacchino Gammino.
Come Google Maps ha contribuito all'arresto di un latitante dal 2002

Il latitante Gioacchino Gammino è stato scovato in Spagna grazie a Google Maps. Solitamente siamo abituati ad utilizzare il servizio di Google per raggiungere una destinazione nel minor tempo possibile, valutare le alternative meno trafficate oppure affrontare un viaggio senza avere l’ansia di non conoscere le strade per arrivare alla meta. Nessuno mai avrebbe immaginato che la polizia, proprio grazie a Google Maps, sarebbe riuscita a individuare e identificare Gioacchino Gammino, uno dei 100 criminali italiani più ricercati.

Il latitante Gioacchino Gammino inchiodato da una foto su Google Maps

Le informazioni pubblicate in rete, infatti, svelano che gli agenti delle forze dell’ordine sono riusciti a risalire al latitante – o meglio, avere conferma che si trattasse di lui – grazie a una foto scattata dalle auto di Google Street View che quotidianamente vediamo sfrecciare tra le vie della nostra città. Gammino, evaso di prigione nel 2002, si era rifugiato a Galapagar, una piccola cittadina spagnola di 25mila abitanti, dove aveva anche aperto un piccolo negozio di frutta e verdura chiamato “Il giardino di Manu” come abbreviazione di Manuel Mormino, la finta identità che aveva assunto per vivere in Spagna.

gioacchino gammino google maps latitante

Ebbene, per puro caso un’automobile di Google ha immortalato l’ingresso del piccolo negozio in cui casualmente il latitante si trovava a favor di camera mentre era intento a parlare con un’altra persona. “Non è che passiamo tutto il tempo su Google Maps alla ricerca di latitanti,” ha dichiarato Francesco Lo Voi, il procuratore di Roma. “Ci sono stati diversi elementi investigativi che puntavano verso la Spagna. Eravamo sulla giusta strada e Google Maps ci ha aiutato a confermare la nostra investigazione.”

Che dire, sebbene il latitante avesse tagliato i contatti con i propri familiari per evitare di essere rintracciato, l’ottimo sistema di navigazione di Google ha permesso di scovare uno dei latitanti più ricercati del nostro Paese.

Fonte: The Guardian

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