Un incubo che stava per ricominciare a tormentare il colosso sud coreano: qualche giorno fa un utente possessore di Samsung Galaxy S10 5G ha denunciato l’autocombustione e l’esplosione del suo device. Lo smartphone, stando a quanto dichiarato, avrebbe iniziato a bruciare mentre era appoggiato sul tavolo. L’azienda ha chiaramente preso molto sul serio l’accaduto ritirando il device per analizzarlo ed approfondire le cause che avrebbero portato all’incidente: dopo una serie di indagini, Samsung conferma che l’esplosione non è di sua responsabilità.
Galaxy S10 5G non è un Note 7
Era il 2016 quando un bellissimo Galaxy Note 7 venne presentato con orgoglio dal colosso sud coreano. Poche settimane, e qualche unità consegnata, dopo iniziò a circolare l’inquietante notizia: i device esplodevano, letteralmente. Samsung è immediatamente intervenuta con diverse campagne di richiamo degli smartphone consegnati e – parallelamente – ha avviato delle indagini che permettessero di capire cosa ci fosse dietro le esplosioni. Dopo qualche settimana, il verdetto: le batterie difettose erano il problema.
Dunque, è comprensibile che l’episodio di un Galaxy S10 5G esploso abbia immediatamente riportato a galla brutti ricordi. Tuttavia, secondo Samsung la situazione è completamente differente: il device sarebbe esploso per cause esterne, probabilmente per un impatto. Non c’è alcun componente interno che sembra aver generato l’incidente. Dunque, nessuna responsabilità e nessun rimborso per l’utente coreano che ha speso 1200$ per acquistare una delle prime unità di Samsung Galaxy S10 5G.
Vi ricordiamo che, al momento, il flagship è stato lanciato esclusivamente nella Corea del Sud lo scorso 5 aprile. Il paese sta facendo territorio pioniere per il primo smartphone 5G dell’azienda, che sembra aver scampato il pericolo di unità difettose, almeno così ha dichiarato ufficialmente.