I nuovi Galaxy Note20 e Galaxy Note20 Ultra 5G da poco presentati da Samsung durante l’evento Galaxy Unpacked sono stati alquanto criticati per la presenza del policarbonato sulla back cover dei device. In molti hanno infatti gridato allo “scandalo”, in quanto hanno ritenuto folle vedere nel 2020 dei flagship da oltre 1000 $ realizzati in plastica. Tuttavia, è proprio grazie alla presenza di questo materiale se gli smartphone godono di un grado di riparabilità eccellente.
Galaxy Note20: il teardown di PBKreviews
Dei nuovi flagship di Samsung sappiamo oramai tutto; conosciamo le mille versioni disponibili in commercio, la Enterprise Edition, le funzionalità segrete e perfino le features esclusive pensate per la produttività grazie alla sinergia ottenuta con la partnership di Microsoft.
Ci si domanda come mai però, l’azienda sudcoreana abbia scelto di rivestire di plastica i nuovi Note20. La risposta alla suddetta domanda non l’abbiamo, ma vogliamo specificarvi come, proprio grazie a questo elemento, si può godere di un grado di riparabilità al top. I colleghi di PBKreviews hanno infatti eseguito lo smontaggio del Galaxy Note20 (in versione standard) e hanno elogiato proprio la costruzione interna del dispositivo stesso.
Se vi aspettate che il teardown dei Galaxy Note20 avvenga come di consueto con le classiche ammiraglie Samsung, sappiate che siete in errore. Vi è una svolta cruciale nella filosofia di Samsung, ovvero il ritorno alla plastica per la back cover o, per meglio dire, del policarbonato.
Si vede benissimo dalla clip come il telaio sia attaccato al telefono con un adesivo, proprio come avverrebbe con un pannello in vetro ed è necessaria una forte fonte di calore per rimuover lo scotch in questione. La back cover tuttavia, è realizzata in plastica flessibile e questo comporta un rischio inferiore circa il danneggiamento del pannello durante lo smontaggio.
Una volta rimosso dunque, il resto del processo sembra essere molto familiare. Vi sono 17 viti Philips che devono essere rimosse prima di scavare a fondo nel telefono; ci sono cavi a nastro che attraversano la batteria, la quale risulta essere priva di linguette di estrazione. Questo significa che essa è stata incollata al telaio centrale.
In poche parole, a cambiare è solamente la scelta del materiale adoperato per il pannello posteriore, meno incline ai danni accidentali. Sicuramente non riuscirete a riparare da solo il telefono in caso di rottura, ma è piuttosto interessante notare come sono costruiti gli smartphone odierni al loro interno.