La nuova tecnologia di visualizzazione per display LTPO consentirà ai device appartenenti alla serie Galaxy Note 20 di godere di frequenze di aggiornamento variabili in un modo estremamente efficiente dal punto di vista energetico. Questa nuova struttura al pannello è stata definita “HOP”.
Display con tecnologia HOP: cosa si intende?
Sulla nomenclatura della suddetta feature, specifichiamo che viene chiamata così per via dell’acronimo derivante dai nomi dell’ossido ibrido e del silicio policristallino, due elementi chiave per la realizzazione del pannello TFT del colosso sudcoreano. Concettualmente l’HOP è la tecnologia chiave anche nello sviluppo dei pannelli per smartwatch come il Galaxy Watch Active 2 o l’Apple watch 4/5 di Apple.
In realtà, a tal proposito, è proprio l’azienda di Cupertino ad essere la proprietaria del brevetto LTPO originale, e ciò comporta che sarà Samsung a dover pagare le royalties per il suo utilizzo. Se da un lato però, il brevetto appartiene ad Apple, la realizzazione è proprietaria di LG.
Cercheremo di non essere troppo tecnici: per chi non conoscesse la tecnologia LTPO (abbreviazione in inglese di silicio policristallino a bassa temperatura), si tratta di una struttura del backpanel del display che consente di cambiare dinamicamente il refresh rate di un pannello TFT compatibile, adattandosi così ai diversi scenari e permettendo di usufruire di importanti risparmi energetici.
Per tale motivo, le ultime speculazioni a riguardo prevedono l’utilizzo di questa feature sul nuovi Galaxy Note 20+. La variante “vanilla” (come dicono in America) del flagship per il business di Samsung, oltre a non godere della frequenza di aggiornamento a 120 Hz sul display, non avrà nemmeno la piattaforma LTPO TFT (HOP), presente invece sul fratellone Note 20+. Per avere maggiori informazioni a riguardo non ci resta che attendere l’evento “Unpacked” del 5 agosto.
